ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Desio, appalto irregolare all'inceneritore

La nuova turbina nel mirino dell'Anticorruzione di Raffaele Cantone. L'esposto arrivato dai 5 Stelle

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica di Perugia (foto repertorio)

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica di Perugia (foto repertorio)

Desio (Monza), 6 marzo 2016 - «Quella gara è palesemente irregolare. Non lo diciamo solo noi, adesso lo dice anche l’Autorià Nazionale Anticorruzione. Ecco perché va ritirata e rifatta. Ecco perché le dimissioni di Cda e funzionari coinvolti sono dovute. Come quelle di Gigi Ponti, padrino politico del forno inceneritore». Un fiume in piena, Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che ieri mattina, appena ricevuta la documentazione dall’Anac, ha convocato una conferenza stampa, insieme all’avvocato Ilaria Battistini che ha seguito la vicenda e alla consigliera comunale Sara Montrasio, per annunciare l’importante novità. L'autorità presieduta da Raffaele Cantone si è espressa sull’esposto che a dicembre gli stessi Pentastellati avevano inviato, riguardo alle innumerevoli, presunte, irregolarità che erano state riscontate circa la gara a doppio oggetto, dal valore di 7,5 milioni di euro, indetta da Bea per la sostituzione della turbina dell’inceneritore di Desio.

Con un documento di 21 pagine, Anac avvalora le ipotesi evidenziate dai 5 Stelle: «Emerge dagli atti – scrive Anac in uno dei passaggi chiave - che la gara è stata aggiudicata per un importo superiore rispetto a quello indicato nel bando e nel disciplinare e ciò nonostante il fatto che il criterio di aggiudicazione prescelto, ossia quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, prevedesse per l’offerta economica l’assegnazione di un punteggio per il ribasso percentuale rispetto al valore posto a base d’asta. Tale rilievo peraltro, non tiene conto dell’ulteriore elemento della discordanza circa i valori di potenza termica ed elettrica della turbina chiesti e offerti e del fatto che, in presenza di discordanze accertate in atti di gara e mai formalmente chiarite dalla stazione appaltante, l’offerta dell’aggiudicatario è stata costruita su valori più bassi». «In altri termini – semplifica Anac - sembrerebbe delinearsi un quadro complessivo per cui la stazione appaltante ha aggiudicato per un importo superiore a quello messo a gara per ottenere una prestazione tecnicamente inferiore a quella potenzialmente richiesta».

Nella parte finale del documento, Anac riassume tutte le gravi criticità che ha riscontrato, ben dieci, e le raggruppa in tre tipologie di violazioni commesse: violazioni della concorrenza, violazioni del principio di economicità e violazioni del procedimento di gara. Il documento si conclude con la comunicazione che Bea ha 20 giorni di tempo per «manifestare la volontà di conformarsi alle indicazioni dell’Autorità», cioè di anullare l’appalto assegnato a Comef srl. In alternativa può presentare delle controdeduzioni. «Anac – commenta Corbetta - ha letteralmente demolito le tesi difensive di Bea, confermando le gravi inadempienze e criticità segnalate dal Movimento 5 Stelle e ravvisando la necessità che a tutela dell’interesse pubblico la gara sia annullata. Ci hanno minacciato di querela per aver leso l’immagine e il buon nome della società. Ci hanno accusato di fare polemiche strumentali, di buttarla in politica. Ora mi aspetto le scuse del Presidente di Bea. Se vogliono cercare qualcuno che ha infangato la società si guardino allo specchio».