Seregno, Cananà: "Ora cerchiamo le prove delle infiltrazioni mafiose in Comune"

Il commissario prefettizio: contiamo sulla collaborazione di tutti

Il commissario Antonio Cananà

Il commissario Antonio Cananà

Seregno, 3 ottobre 2017 -  «Sono sicuro che in questa attività di verifica e risanamento potremo contare sulla piena collaborazione della macchina comunale, nessuno più dei dipendenti comunali può darci una mano a raddrizzare ciò che va raddrizzato. Contiamo anche sul sostegno della cittadinanza e delle formazioni sociali che la rappresentano». Il commissario prefettizio Antonio Cananà è entrato ufficialmente in servizio alla guida del comune di Seregno. Origine salernitana, 57anni, da 20 anni residente a Roma, è stato nominato Prefetto a luglio. Opera nell’Amministrazione da 27 anni con un curriculum di altissimo profilo: per 6 anni è stato a Belluno oltre ad un più breve incarico alla Prefettura di Bologna, 10 anni al dipartimento dei vigili del fuoco, 3 anni al dipartimento dell’immigrazione, uno e mezzo all’agenzia che si occupa dei Beni confiscati alla mafia e negli ultimi sei anni all’ufficio legislativo del ministero dell’Interno e con precedenti esperienze in comuni commissariati nel Bellunese e ad Arezzo.

Ad affiancarlo il sub commissario Mariangela Danzì, con una lunga esperienza nelle materie di competenza degli enti locali. «Sarò molto presente perché la situazione lo richiede – ha sottolineato il commissario nella sala di rappresentanza del Palazzo Landriani Caponaghi –. Al momento quello del comune di Seregno è un commissariamento ordinario dovuto formalmente alle dimissioni della metà più uno dei consiglieri comunali». In questo caso l’incarico di Cananà sarà fino alla prossima primavera, quando verrà decisa la data delle elezioni amministrative.

«All'inizio  della settimana prossima o alla fine di questa, già tra giovedì e venerdì, inizierà a lavorare una commissione d’indagine nominata dalla Prefetta di Monza e Brianza, Giovanna Vilasi. Si tratta di una terna di commissari d’indagine: si tratta di un ufficiale dell’Arma dei carabinieri, un ufficiale della Guardia di finanza, coordinati da un Prefetto, Ignazio Portelli – ha continuato Cananà –. La commissione d’indagine avrà il compito nei prossimi 6 mesi (tre mesi con altri tre prorogabili) di verificare se nel Comune ci siano stati infiltrazioni o condizionamenti di tipo mafioso».

Il commissariemnto ordinario potrà nei prossimi mesi evolversi, a seguito di questa indagine amministrativa, (ferma restando quella penale portata avanti dal Procura di Monza), in un commissariamento per infiltrazione mafiosa. A seguito delle conclusioni della commissione d’indagine e della relazione del Prefetto, il Consiglio dei Ministri, dovesse verificare che ci sono i presupposti per uno commissariamento legato alle infiltrazioni mafiose a quel punto cambierebbe gli scenari locali.

Da Commissario unico si insedierebbe una commissione straordinaria che resta in carica minimo un anno e mezzo (con 6 mesi prorogabili) fino a due anni complessivi, rimandando di fatto le elezioni fino al 2020. «Ho avuto il primo contatto con il Segretario comunale e i dirigenti del Comune: abbiamo fatto un rapido punto della situazione e avviato delle verifiche interne – ha raccontato Cananà –. Ovviamente abbiamo messo a punto una presa di conoscenza dei problemi interni al Comune e una delle prime cose che ho chiesto è una serie di verifiche interne proprio al Segretario e ai dirigenti per capire le criticità. Siamo di fronte ad un procedimento penale che ha messo in luce alcuni fenomeni corruttivi e violazione della legalità nel Comune. Fermo restando che la commissione d’indagine farà il suo lavoro e noi daremo la massima, doverosa e dovuta, collaborazione, anche noi dobbiamo capire con alcune verifiche interne fino a che punto la legalità è stata violata all’interno della macchina comunale perché dobbiamo iniziare ad adottare delle prime misure in autotutela».

L’ufficio tecnico è operativo, nonostante le misure interdittive che hanno colpito i dirigenti. «Le competenze che prima erano concentrate nel dirigente dei Lavori pubblici, in attesa di misure per rimediare alla sua assenza, sono state “spacchettate” sui diversi dirigenti. L’ufficio continuerà ad operare anche se rimaniamo in attesa di capire il completamento delle indagini e delle misure cautelari del gip. Dopo quelle della magistratura, abbiamo adottato delle misure di tipo cautelare interne doverose perché abbiamo alcuni dipendenti comunali che sono in una situazione “border line” e, senza voler anticipare o alcune giudizio di valore preventivo, le persone coinvolte rimarranno, ovviamente, in forza all’Amministrazione comunale ma spostate ad altri incarichi». Quelli all’orizzonte sono lunghi mesi di lavoro e chiarezza.

«Il nostro impegno, mio e della collega Danzì, sarà incondizionato e contiamo di avere al nostro fianco la cittadinanza – ha poi concluso il neo commissario prefettizio della città di Seregno –, siamo agli inizi della gestione commissariale ordinaria, siamo in attesa che la commissione d’indagine inizi la sua attività, abbiamo avviato le nostre verifiche interne e poi vedremo cosa succederà. Saranno comunque attentissimi ad ogni segnale che potesse arrivare dalle nostre verifiche interne e dalla commissione d’indagine. Non siamo in grado di sapere ora in che misura la legalità nel comune di Seregno è stata violata».