BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Valbart, crisi e negoziati: "Siate più responsabili"

Annunciati il trasferimento di parte della produzione in India e 61 licenziamenti:. Regione e sindacati richiamano la multinazionale al ruolo economico e sociale.

Valbart, crisi e negoziati: "Siate più responsabili"

Valbart, crisi e negoziati: "Siate più responsabili"

Un tavolo di concertazione aperto in Regione, mentre il negoziato va avanti in salita. Ieri, in Commissione attività produttive al Pirellone all’ordine del giorno, i 61 licenziamenti alla Flowserve Valbart a Mezzago. Presenti Fim, Fiom, i manager, il sindaco Massimiliano Rivabeni, il presidente della Provincia di Monza, Luca Santambrogio: a fine incontro le istituzioni hanno espresso preoccupazione per la piega presa dalla vicenda. Cioè, delocalizzazione, la produzione di valvole per impianti dell’oil & gas "sarà trasferita in India. Nessuna crisi alla base dell’operazione – ripetono Adriana Geppert della Cgil e Gloriana Fontana della Cisl –, ma solo la volontà di guadagnare di più". Oltre ai tagli, i metalmeccanici hanno espresso "dubbi sulle prospettive del sito in via delle Industrie". La multinazionale americana ha confermato "di non aver ancora preso una decisione in merito al contratto di affitto del capannone che scadrà il 31 dicembre". La Regione li ha richiamati alla responsabilità sociale. Due i problemi sul tavolo, "la ‘dieta’ e il futuro industriale a Mezzago", ancora Geppert e Fontana. Lunedì, i sindacati faranno un passaggio in assemblea, "decideremo con i lavoratori sulla mobilitazione". "Chiederemo aiuto alla Commissione sviluppo economico di Palazzo Lombardia, che ci è stata messa a disposizione", spiegano le sindacaliste.

Si punta "a mantenere l’occupazione e a salvaguardare il polo brianzolo". Fim e Fim hanno chiesto da subito il ricorso alla cassa integrazione per centrare entrambi gli scopi. Per il borgo del Vimercatese sarebbe la seconda sforbiciata al personale dopo quella del 2020: 45 posti saltati durante la pandemia, oggi in servizio sono 179. Ai tempi del Covid si fece l’accordo e le uscite furono volontarie. Ora il percorso è tutto da costruire. Al centro del problema, "il nodo multinazionali che se ne vanno dove la manodopera costa meno per fare più soldi lasciando decine di famiglie a spasso". Il fatturato della fabbrica di via delle Industrie "si aggira sui 30 milioni di euro, gli ordini non mancano". I nomi di chi dovrà andarsene, invece, non ci sono ancora, "hanno però individuato le mansioni" e sono quelle che ruotano attorno alle valvole, resterebbe invece la produzione di attuatori.