Taxi, ecco la pagella della Regione: ok l’inglese, ma 6 su 10 senza Pos

I risultati dell’indagine. Sorte: "Non facciamo di tutta erba un fascio" di Nicola Palma

Taxi a Milano

Taxi a Milano

Milano, 24 aprile 2015 - Una pagella così così. Tassisti promossi in inglese, ma rimandati sul pagamento elettronico. Non proprio lusinghieri i primi risultati dell’indagine «Mystery Client», anche se i sindacati preferiscono non sbilanciarsi in attesa del report definitivo. Per adesso, atteniamoci alle slide riassuntive dell’assessorato ai Trasporti di Palazzo Lombardia. Eccone il contenuto. I clienti in incognito mandati in giro dalla società regionale Éupolis hanno testato per 240 volte il servizio tra il 4 e il 27 novembre 2014. Nel 59,2% dei casi si sono recati al posteggio per salire su un’auto bianca, nel restante 40,8% si sono affidati alla prenotazione via centrale radio. Senza dimenticare un 10% di corse su percorsi con tariffe predeterminate e un altro 21% da finti turisti stranieri in visita a Milano. Quattro gli indicatori di qualità analizzati, anche al fine di calcolare gli adeguamenti tariffari per il 2015 (congelati fino a fine anno e da integrare con quelli del 2016): conoscenza delle lingue, parco auto in circolazione, applicazione corretta del percorso e disponibilità e funzionalità del pagamento elettronico. Partiamo dalle buone notizie. La prima: stando ai dati della direzione generale Formazione, 1.059 padroncini hanno usufruito nel 2014 della Dote taxi o di altri strumenti di apprendimento, superando l’asticella fissata a quota 1.000 per il riconoscimento dell’incremento dello 0,05%.

Altri cinque centesimi di punto arrivano dal numero elevato di autovetture ecologiche: ormai quasi 9 veicoli su 10 puntano a ridurre l’inquinamento. Peccato che il +0,10% sia controbilanciato da un -0,05% originato dal mancato raggiungimento di altri due obiettivi. Quali? L’applicazione corretta del percorso: siamo al 94,25% (valore alzato al 95,58% con rettifica da analisi tecniche di Regione Comune) contro il 97% fissato come limite. Risultato: +0%, visto che la percentuale ricade nel valore intermedio. E il pagamento elettronico? Solo in 4 casi su 10 (42,79%) i viaggiatori «misteriosi» hanno potuto usare bancomat e carte di credito per pagare, ben al di sotto del 66,67% stabilito dagli accordi. Totale: +0,05%. Percentuale che, inserita in un algoritmo che tiene conto dell’indice Istat, rimanda a un adeguamento negativo: -1,85%. Quindi, in teoria, nel 2015 i tassisti dovrebbero abbassare le tariffe. In pratica, se ne riparlerà dopo Expo. «Per adesso i dati sono incommentabili – taglia corto Giovanni Maggiolo, Unica Cgil – perché non definitivi e non spiegati». Aggiunge Silla Mattiazzi, Uiltrasporti: «Aspettiamo l’indagine completa». E Marco Bonelli di Federtaxi: «I dati sono positivi su auto ecologiche e conoscenza della lingua, senza contare che i percorsi fatti sono perfetti al 95%». Francesco Artusa, rappresentante degli Ncc, attacca: «Piuttosto che preoccuparsi di noi, pensino prima a mettersi in regola». Intanto l’assessore Alessandro Sorte butta acqua sul fuoco: «Si tratta di indicatori importanti – premette – ma non possiamo fare di tutt’erba un fascio: non demonizziamo la categoria, tanti lavorano bene».

nicola.palma@ilgiorno.net

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