CECILIA MORELLO E ANNA GIORGI
Cronaca

"Era l’ossigeno, la magia della vita". La mamma ora vuole sapere la verità

Il dolore di professori e amici di scuola: un ragazzo educato e solare

Elia Barbetti, 17 anni, in una recente foto con una amica

Elia Barbetti, 17 anni, in una recente foto con una amica

Milano, 16 ottobre 2015 – "E non c'è  niente da fare... non mi stancherò mai di urlarlo al mondo, ma soprattutto di urlarlo al vostro cuore... siete il mio ossigeno, la mia gioia, la mia felicità, il sogno più grande che abbia mai realizzato. Siete la magia della mia vita». Lo scriveva Sara Rabà la mamma di Elia e Rebecca Barbetti, due giorni fa su Facebook, poche ore prima che il suo ragazzo partisse per la gita a Milano. Una giornata per vedere Expo che si è trasformata in una orribile tragedia che strazia la vita di chi resta. "Ora ditemi cosa è successo, pretendo che qualcuno mi dia delle risposte". Elia è partito felice per la gita scolastica e torna cadavere a 17 anni per chissà quale notte di sbadata follia. Qualcuno doveva controllare? Come sono andate veramente le cose? Ieri, in serata, i genitori sono arrivati a Milano per l’ultimo saluto, e hanno visto loro figlio all’istituto di medicina legale.

Domani  l’autopsia forse potrà chiarire meglio le ultime ore di vita del ragazzo e dare quelle risposte che i genitori chiedono. Intanto su Facebook gli amici, tantissimi, sono un fiume in piena. Saluti e lacrime per «il campione, il bomber». «Non riesco a credere come è potuto succedere!!! Mi dispiace addio campione!!!», «Batti i rigori anche da lassù...». Un amico del cuore racconta: «Sempre insieme a giocare a calcio in spiaggia, a casa e a scuola». Ieri mattina nell’istituto Fermi la notizia si è diffusa con un messaggio whatsApp, scritto in fretta e furia da un compagno in gita prima che le forze dell’ordine sequestrassero tutti i cellulari. Alto, bello, sempre pronto a scherzare con tutti. vivace come è normale esserlo a quell’età. Un compagno dice: «non capisco come sia potuto succedere e non riesco neanche a pensarci. Sabato sera eravamo insieme e ora...». C’è un coetaneo che racconta così la sua amicizia con Elia: «Avevamo si e no 10 anni quando ci siamo conosciuti. Mi ricordo quando ci incontrammo la prima volta, tu con un felpone e cappuccio in una brutta e piovosa giornata di maggio. Iniziammo così, sempre insieme a giocare a calcio in spiaggia, a casa tua a giocare alla Playstation, e sognavamo di diventare come quei campioni che tanto ci piaceva vedere in tv. E sai che ti dico? Tu un campione lo sei sempre stato, con quegli occhioni vispi che parlavano e sempre col sorriso sulla bocca e la voglia di scherzare...»

Tutti i ragazzi del liceo Scientifico sono rimasti in albergo, nessuno è ripartito.

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