Strage di via Palestro, Tutino assolto: "Il fatto non sussiste"

La difesa: "Sono contento, è stata fatta giustizia. Non c'erano elementi per poterlo condannare, non bastano le parole di Spatuzza". Le vittime? "Un incidente di percorso" SCHEDA - 22 anni di indagini e processi: ecco le tappe

Il pm Paolo Storari in un'udienza del processo per strage di via Palestro a Tutino

Il pm Paolo Storari in un'udienza del processo per strage di via Palestro a Tutino

Milano, 26 giugno 2015 - I giudici della Corte d'Assise di Milano hanno assolto , Filippo Marcello Tutino perchè il "fatto non sussite" - ovvero quello che nel vecchio Codice Penale sarebbe stato "l'insufficienza di prove". Tutino era accusato di aver partecipato alla strage di via Palestro a Milano ed era ritenuto dall'accusa il 'basista' della strage del luglio '93 in cui persero la vita cinque persone. A dare il via prima alle indagini e poi al processo erano state le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che aveva coinvolto in ballo Tutino che poi era stato arrestato nel gennaio 2014 (TUTTE LE TAPPE DELLA VICENDA).

"Sono contento, è stata fatta giustizia. Non c'erano elementi per poterlo condannare, non bastano le parole di Spatuzza", ha commentato l'avvocato difensore di Filippo Marcello Tutino, Flavio Sinatra.  “Adesso bisognerà leggere le motivazioni, la Corte ha ritenuto che non sussistessero elementi probanti” sufficienti per condannare Tutino. Cosi’ invece l’avvocato del Comune di  Milano, Marco Dal Toso. Palazzo Marino infatti si era costituito parte civile nel procedimento e aveva chiesto un risarcimento di 1,7 milioni di euro

Una foto d'archivio della strage di via Palestro a Milano (Ansa)

LA DIFESA - “I morti di via Palestro furono un incidente di percorso”, ha affermato l’avvocato Flavio Sinatra nell’arringa del processo a carico di Filippo Marcello Tutino di cui ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto dall’accusa di strage. Il legale ha sostenuto la tesi dell’”incidente di percorso” per spiegare perche’, in subordine alla richiesta di ‘assoluzione per non avere commesso il fatto’, ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise di derubricare il reato da ‘strage’ a quello di ‘morte o lesioni in conseguenza di un altro delitto’“La strage - è stato il ragionamento della difesa - prevede il dolo specifico (cioe’ l’intenzione in questo caso di uccidere, ndr) che non sussiste dal momento che lo stesso Spatuzza aveva spiegato l’intenzione di danneggiare i monumenti da parte di Cosa Nostra ma non, in quella fase dell’offensiva mafiosa, di attentare alla vita delle persone”. Mettendo dell’esplosivo a Milano a luglio cosa pensava che succedesse, Tutino? Poi non poteva sapere se sarebbero morte cinque o dieci persone, ma dire che non mettesse in conto di ammazzare qualcuno e’ un insulto all’intelligenza”. Anche Gaspare Spatuzza, sentito nel corso del processo come teste, aveva affermato che i morti in via Palestro, cosi’ come quelli della strage in via dei Georgofili a Firenze “furono un incidente di percorso perche’ l’obbiettivo erano i monumenti”. Tutino, in videocollegamento dal carcere di Opera, non ha voluto rendere dichiarazioni spontanee prima che i giudici entrassero in camera di consiglio.

Nella sua arringa, l’avvocato Sinatra ha evidenziato che il suo assistito, considerato dalla Procura il basista della strage, veniva ritenuto un “instabile” da parte dei Graviano che per un periodo lo punirono spostandolo da Palermo a Milano e dunque non aveva senso che fosse lui il prescelto per compiere azioni cosi’ delicate come quelle che l’accusa gli contesta. Secondo la tesi di Spatuzza invece a Tutino venne offerto un ruolo nell’attentato proprio per “riabilitarsi”. La Dda di Milano ritiene che Tutino abbia fornito un cruciale supporto logistico andando a prelevare alla Stazione Centrale Gaspare Spatuzza e Francesco Giuliano e partecipando al furto della Fiat poi fatta esplodere vicino al Padiglione di Arte Contemporanea. Per lui l’accusa e’ di strage con “finalita’ terroristica e di agevolazione di Cosa nostra” in concorso, tra gli altri, con Toto’ Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagraella, i fratelli Graviano, Spatuzza, Giuliano e il fratello Vittorio Tutino. 

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