Il cardinale Angelo Scola: "Utero in affitto significa avere figli orfani di genitori viventi"

L'arcivescovo di Milano,all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Ambrosiana, ha insistito sul valore antropologico del dialogo tra religioni ee sulla maternità surrogata

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Milano, 22 ottobre 2014 - Il dialogo tra le religioni e la maternità surrogata. Questi i temi principali toccati dall'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, in occasione dell'apertura dell'anno accademico dell'Ambrosiana. 

"Il dialogo oggi tanto importante" fra Cristianesimo, Islam ed Ebraismo "è antidoto efficace ai rigurgiti di razzismo, islamofobia e antisemitismo", che in certi luoghi portano anche alla "barbarie di imporre una fede" con la forza, ha detto il cardinale.  L'alto prelato ha quindi elogiato i programmi di studio che "giustamente" approfondiscono il rapporto con altre religioni e, in particolare, "le letture coraniche" che a suo avviso aiutano la crescita "di Milano e della regione lombarda". Scola ha incontrato le otto classi dell’Accademia dell’Ambrosiana di Milano, presieduta da monsignor Franco Buzzi, e ha ripetuto il suo appello per "un nuovo umanesimo" nella città che si appresta all’appuntamento con Expo 2015.

Poi, ha sollecitato gli studiosi dell'Accademia ad approfondire i temi legati "alla filiazione", che a suo giudizio "sta diventando il problema antropologico numero uno". E qui le parole, in riferimento alla questione dell’utero “in affitto”, sono chiarissime: "La cultura non deve rinchiudersi dentro l’alveo nobilissimo della ricerca, ma deve cercare positivamente le strade per parlare a tutta la città, soprattutto sul tema della famiglia, il problema antropologico numero uno del nostro tempo, nel quale rischiamo di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi e non sappiamo dove tutto questo potrà portarci".

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