Sacchi: "Sono da 42 anni in questo mondo, razzista né ora né mai"

L'ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi ed ex allenatore del Milan: "Sono stupito, ma neanche troppo, perché so benissimo che in questo mondo il populismo è all'ordine del giorno"

Arrigo Sacchi (Germogli)

Arrigo Sacchi (Germogli)

Milano, 18 febbraio 2015 - "Sono stupito, ma neanche troppo, perché so benissimo che in questo mondo il populismo è all'ordine del giorno, come anche il cercare di non avere una memoria storica: sono 42 anni che sono nel calcio, e non mi era mai stato detto di essere razzista. Non lo sono mai stato e non lo sono ora". E' la precisazione di Arrigo Sacchi, in merito alle polemiche scaturite da alcune sue dichiarazione in cui aveva detto di vedere troppi giocatori di colore nelle giovanili italiane. "Ho allenato tanti giocatori di colore e sono tuttora un loro amico - spiega a Mediaset -, forse sono stato disattento. Spiegavo solo i problemi attuali del calcio italiano, che c'è un'affluenza massiccia di giocatori stranieri e modesti, devono invece esserci pochi stranieri e di qualità. In Spagna se non giocano spagnoli al Real si lamentano".

Poi le conclusioni, anche in riferimento al tweet del presidente della Fifa, Sep Blatter che si è detto "scioccato" dalle sue parole. "C'e' anche un business che è pericoloso perché si specula sulla pelle di questi ragazzi, che molte volte acquistate senza essere neanche essere visti. Allarmi che mi sembravano seri. Ho detto che c'erano 4 o 5 ragazzzi di colore. Mi sembrava non avessi detto nulla di razzismo. Ma oggi in Italia e all'estero parlare di colore nero tutti si scatenano. Tutti moralisti e perbenisti gente che si vuole mettere a posto. Conosco la loro storia. Mi è dispiaciuto che non ci sia un briciolo di memoria storica. Dovrò restare altri 42 anni per far capire come sono..."

di Fonte Agi

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