"Presto il procuratore capo". Trattative con Unicost

Il caso Davigo influenzerà la scelta per il nuovo procuratore capo a Milano? di MARIO CONSANI

La Giustizia al tribunale di Milano

La Giustizia al tribunale di Milano

Milano, 25 aprile 2016 - Il caso Davigo influenzerà la scelta per il nuovo procuratore capo a Milano? «E perché dovrebbe?» finge di stupirsi Giovanni Legnini, numero 2 del Csm che a breve individuerà il successore di Edmondo Bruti Liberati, in pensione già da metà novembre. Risponde in tv a una domanda di Lucia Annunziata, Legnini, che ripete «a Milano la nomina si farà presto e bene». Tra gli addetti ai lavori è però opinione diffusa che la recente intervista su corruzione e politici di Piercamillo Davigo - già pm di Mani pulite e ora presidente dell’Anm, il sindacato delle toghe - susciterà qualche eco anche a Palazzo dei Marescialli, sede dell’organo di autogoverno dei magistrati, dove la prospettiva di un’accoppiata Davigo-Francesco Greco (anche lui ex Mani pulite, attuale procuratore aggiunto) potrebbe in qualche modo rallentare la corsa a favore del pm napoletano in pole position per il vertice della procura milanese. «Non ho mai detto che sostengo Greco» ha aggiunto in tivù Legnini, di cui tutti i colleghi, in realtà, conoscono la preferenza. «Ho sostenuto la necessità di fare la scelta migliore per quell’importantissimo ufficio di Procura. Ho lavorato e lavorerò perché l’intero Consiglio sia messo nella condizione di fare la scelta migliore», ha concluso il vicepresidente del Csm.

Scelta che in definitiva sarà fra due nomi, visto che il terzo - Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro di Giustizia Andrea Orlando - sembra già fuori gara perché proveniente dalle stanze governative. Corsa a due, dunque, tra Greco (3 voti ottenuti in commissione) e Alberto Nobili, ex aggiunto, 1 voto). Nel plenum del Csm (26 membri più il presidente della Repubblica) serviranno almeno 14 voti. E le toghe della sinistra sindacale di Area più i laici del centro-sinistra (che insieme hanno votato Greco in commissione) da soli arrivano al massimo a 11 voti. Ago della bilancia sarà dunque Unicost, il correntone di centro nel sindacato toghe, il cui rappresentante in commissione si è astenuto. Per convincere i 5 Unicost a votare Greco nel plenum, oltre alla futura nomina del giudice Marina Tavassi a presidente della Corte d’appello di Milano (poltrona vacante), a uno dei leader nazionali della corrente sarebbe stato promesso anche un seggio alla Camera dei Deputati per le prossime elezioni.

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