Comunali a Milano: Passera in campo, gelo FI e Ncd. "Prima pensiamo alla coalizione"

Dibattito sul candidato sindaco di Italia Unica. lega Nord all'attacco di Massimiliano Mingoia

Corrado Passera (Imagoeconomica)

Corrado Passera (Imagoeconomica)

Milano, 8 giugno 2015 - Né renziano né salviniano. Il leader di Italia Unica Corrado Passera si candida a sindaco, vuole dar voce alla Milano moderata, liberale e riformista alle elezioni comunali del 2016, ma non scalda i cuori degli esponenti dei partiti del centrodestra.

Il più duro nei suoi confronti, dopo la discesa in campo di sabato, è il governatore lombardo e lumbard Roberto Maroni: «Ho grande simpatia per Corrado Passera: credo che abbia due voti. Anzi, uno solo perché la moglie mi pare non sia milanese». Reazione prevedibile, visto che Passera ha detto subito che non cerca il sostegno della Lega di Matteo Salvini.Ma che ne pensano della sua candidatura gli altri partiti del centrodestra? La coordinatrice regionale di FI Mariastella Gelmini sottolinea: «Passera merita rispetto. Ma la sua è una candidatura fuori dagli schieramenti. Non se ne capisce il senso politico. Passera è una candidato autoreferenziale che non si vuole confrontare con gli altri partiti del centrodestra e che si pone al centro in una posizione velleitaria». Il commissario milanese del Ncd Alessandro Colucci, intanto, osserva: «La questione politica prioritaria, per ora, è costruire un centrodestra nuovo per le Comunali. Prima dobbiamo concentrarci sulla coalizione e sul programma. E solo dopo sul candidato sindaco. Passera si confronti con noi sui contenuti. E in caso di primarie del centrodestra sfidi gli altri aspiranti sindaci».  Il consigliere di FdI, Riccardo De Corato boccia senza appello Passera: «La sua è un’autocandidatura e si colloca in una posizione centrista: in un sistema bipolare non ha senso. In più si permette di porre veti: no alla Lega. Ha capito male: sono tutti i partiti del centrodestra a non seguirlo. Senza dimenticare che Passera ha iniziato male in politica: ha fatto parte del pessimo Governo Monti. Torni a fare il banchiere».

di Massimiliano Mingoia

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