Il cardinale Scola ordina in Duomo 17 sacerdoti, i preti novelli si raccontano su Twitter

I nuovi preti (16 diocesani e uno del Pime) hanno in media 30 anni e storie molto diverse tra loro. C’è chi ha iniziato gli studi teologici dopo le superiori, chi dopo l’Università, chi dopo un percorso di lavoro. Domani, domenica 14 giugno, questi nuovi preti celebreranno la loro prima messa nelle parrocchie di origine

Festa per i nuovi sacerdoti in Duomo a Milano

Festa per i nuovi sacerdoti in Duomo a Milano

Milano, 13 giugno 2015 - Questa mattina, in Duomo a Milano, l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha ordinato 16 nuovi sacerdoti diocesani e un sacerdote del Pime. Nella Cattedrale, affollatissima, erano presenti centinaia di sacerdoti, i familiari dei nuovi presbiteri, gli amici, le parrocchie di origine e quelle in cui hanno fino ad ora collaborato da seminaristi.

Nella sua omelia il cardinale Scola ha spiegato ai giovani che da lì a poco sarebbero stati ordinati preti che “il pastore è colui che sempre raduna, che ha a cuore il cammino di ciascuno – coincida o meno con quello che lui ha in mente – perché ognuno possa essere personalmente fedele al disegno di Dio sulla sua vita. Per questo il pastore richiama tutti all’unità della fede e della comunione sacramentale. Poiché egli stesso si espone in prima persona nella sequela di quanto la Chiesa insegna, lo può proporre a tutti. Bando quindi, carissimi, al pregiudizio che indurisce il cuore, alla mormorazione che sempre divide, alla presunzione di conoscere la profondità dell’altro. Sono queste male erbe il cui fiore velenoso è il clericalismo che crea barriere di separazione e spegne l’ardore dell’annuncio”.

Inoltre, secondo Scola il pastore “va in cerca delle pecore là dove esse si trovano. L’insistenza del Papa sulla Chiesa in uscita non può lasciarci tranquilli. Data la mole del lavoro che ci è chiesto potremmo ritenerci dispensati dall’uscire incontro agli uomini e alle donne nel loro vivere quotidiano. Il pastore, invece, va in cerca. Come? Non certo attraverso impossibili pretese di raggiungere tutti ad uno ad uno. Solo in comunione, preti, religiosi e laici, potranno costruire una solida rete di rapporti aperta alla libertà di tutti. A questo scopo deve crescere nella nostra Chiesa ambrosiana una diversa disposizione pratica, priva di pregiudiziali chiusure, nel rapporto tra comunità pastorali, parrocchie, decanati e zone e tutte le aggregazioni di fedeli (associazioni e movimenti) a carattere universale, nazionale e locale”.

E a questo proposito l’Arcivescovo di Milano ha assegnato ai nuovi preti un compito: “Toccherà soprattutto a voi giovani generazioni di preti farsi carico dell’affascinante compito di far brillare nella nostra Chiesa la pluriformità nell’unità. Accompagnare la comunità cristiana perché ogni fedele viva missionariamente il proprio ambiente è uno dei compiti che mi stanno più a cuore e che vi affido. Vivete la comunità spalancati a 360°. Siete ordinati ministri della Chiesa per sostenere la vita dei cristiani come discepoli missionari. Il confine della tua parrocchia non può essere fatto di muri, ma di ogni rapporto vissuto dal più lontano dei tuoi battezzati”.

Nei giorni scorsi i nuovi preti hanno voluto presentarsi su Twitter, esprimendo sensazioni e riflessioni in vista di questo passo decisivo per la loro vita. Don Marco Albertoni ha scritto: "Diventare prete è per me dire “sì” ad un amore più grande che mi precede, l’amore di Dio in Gesù, per essere segno nella Chiesa e nel mondo, della sua misericordia. #ilDono", mentre Don Gabriele Catelli: "Per me diventare prete è sapere che “è Dio che fa” e abbandonarmi alla sua fedeltà e misericordia! #mifido". Sul profilo di Don Stefano Felici si legge: "Per me diventare prete è accettare di costruire con Gesù e per Gesù la mia vita e la mia felicità. #scegliGesù" e su quello di Don Alessandro Metre: "Per me diventare prete è rispondere in modo sincero a una chiamata d’amore che è vera se vissuta nella gioia del cuore di Gesù. #chegioia". Don Gabriele Colombo: "Per me diventare prete è testimoniare l’incontro che ha cambiato la mia vita e poter dire con gioia: il Signore è vivo ed è risorto. #testimonediVita"

I nuovi preti hanno in media 30 anni e storie molto diverse tra loro. C’è chi ha iniziato gli studi teologici dopo le superiori, chi dopo l’Università, chi dopo un percorso di lavoro. Domani, domenica 14 giugno, questi nuovi preti celebreranno la loro prima messa nelle parrocchie di origine. Poi continueranno a prestare servizio nelle comunità a cui sono stati destinati all’inizio dell’anno di diaconato per i prossimi cinque anni. Il 17° prete ordinato oggi dal cardinale Scola è un missionario del Pime, don Alessandro Motti (nato nel 1983 e originario di Varano Borghi, Varese): resterà per qualche tempo in Italia per l’animazione missionaria.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro