Milano, 21 febbraio 2015 - «Penso che il Prefetto abbia agito secondo la legge». Queste le parole dell'arcivescovo di Milano Angelo Scola, ha risposto a una domanda sulla cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all' estero che era stata fatta dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il cardinale ne ha parlato a margine di un incontro con i giornalisti in cui ha parlato dell'importanza dell'utilizzare le parole giuste per definire tutte le cose.
«Le parole - ha detto - indicano le cose» e «la famiglia ha una sua precisa definizione». «Chi ha la responsabilità di legiferare - ha aggiunto - deve tener conto del valore delle cose che sono in gioco e sulla famiglia non possiamo scherzare. Il fatto che la famiglia abbia subito modificazioni è sotto gli occhi di tutti però il suo nucleo decisivo e per me imprescindibile a livello sociale è di essere un rapporto stabile tra un uomo e una donna. Il venir meno a questa cosa è togliere qualcosa alla società».
CASO MOSCHEA - «Non c'è libertà di culto se non si concedono luoghi di culto»: ha commentato scola in merito alla legge antimoschee varata dalla Regione Lombardia. Il cardinale ha aggiunto che per il via libera a un luogo di culto «bisogna verificare chi fa la domanda, cosa c'è dietro, chi lo finanzia, se rispetta una storia fin nella sua collocazione, se impara a distinguere secondo la logica europea la dimensione religiosa da altre dimensioni, se utilizza una lingua, visto che è in Italia, accessibile». Secondo Scola, «se si tiene conto di questi fattori non si giustifica in alcun modo la negazione». «Non bisogna demonizzare la paura - ha concluso -. Bisogna vincerla dando delle ragioni e la dialettica politica deve servire a questo».
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