IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI Quelle Serate di Pietroburgo che seminano dubbi fecondi

Ritorna, inaspettatamente e per questo graditissimo, il capolavoro di Joseph de Maistre (1753-1821) “Le serate di Pietroburgo” che l’editore Nino Aragno coraggiosamente (vista la mole dell’opera) ripropone nella identica versione curata per Rusconi quasi quarant’anni fa da Alfredo Cattabiani, del quale pubblica anche il corposo saggio introduttivo

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 15 agosto 2014 - Ritorna, inaspettatamente e per questo graditissimo, il capolavoro di Joseph de Maistre (1753-1821) “Le serate di Pietroburgo” che l’editore Nino Aragno coraggiosamente (vista la mole dell’opera) ripropone nella identica versione curata per Rusconi quasi quarant’anni fa da Alfredo Cattabiani, del quale pubblica anche il corposo saggio introduttivo. All’epoca suscitò scalpore nell’intellighentia progressista; oggi nessuno si scandalizzerà: i furori ideologici sono appassiti e perfino de Maistre trova posto dove nessuno avrebbe mai immaginato. Anni fa le sue “Considerazioni sulla Francia” apparvero grazie agli Editori Riuniti. Le “Serate”, comunque la si pensi, è uno dei libri che in un ideale scaffale della cultura europea non può mancare. E tanto più se ne apprezza il valore quanto più le riflessioni del conte savoiardo si palesano “attuali” in chiave critica della modernità. Articolato in undici colloqui cui danno vita tre personaggi - il conte, il senatore e il cavaliere - sul “governo temporale della Provvidenza”, il libro è una sontuosa apologia della Tradizione costruita attorno alle contraddizioni del pensiero occidentale quale è venuto manifestandosi e affermandosi al tempo dei Lumi per poi influenzare la morale e la politica correnti.

Molti hanno visto l’opera maistriana come la punta di lancia della Controrivoluzione. E’ vero soltanto in parte. La sua essenza profonda è costituita da una indagine approfondita, ma mai noiosa, della struttura del potere in relazione alla fede, alla scienza, al governo delle pubbliche amministrazioni. Il limite a cui richiama de Maistre è quello di attenersi nella conduzione degli Stati ai principi del diritto naturale e da qui nasce la sua “teologia politica” che, proprio in quanto fondata sull’intangibilità della persona, è quanto di più antitotalitario si possa immaginare. Se non ha cessato di provocare, in due secoli, discussioni e sempre - da avversari e da estimatori - è stata riguardata come “geniale” il motivo è nella sua stringente critica all’assolutismo della Ragione nel cui segno sono stati compiuti i più orrendi misfatti dai tempi della Grande Rivoluzione ai nostri giorni. Con uno stile brillante, piacevole, perfino ironico in molte pagine, l’autore non fa che seminare dubbi in chi ritiene che i miti intellettuali contemporanei siano indiscutibili. Eppure mai come oggi il rapporto tra scienza e fede, unitamente al fondamento del potere statuale e della legittimità delle sovranità costituiscono temi di grande spessore intorno ai quali il dibattito è quanto mai acceso.  E’ un peccato che de Maistre risulti espunto dalla polemica sulla libertà , l’indipendenza e l’autodeterminazione dei popoli che furoreggia di questi tempi. Una dimenticanza imperdonabile che la pubblicazione delle “Serate” dovrebbe in parte colmare.  

Joseph de Maistre, Le serate di Pietroburgo, Nino 

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