Morto durante arresto a Milano, difesa agenti: "Ferrulli era minaccioso"

La difesa proietta un video in aula: "Qui si vede solo un guanto, non un manganello. Se Ferrulli si fosse fatto accompagnare non sarebbe successo niente"

Michelle Ferrulli (Newpress)

Michelle Ferrulli (Newpress)

Milano, 12 aprile 2016 - "Per gli agenti c'era una situazione di pericolo e di potenziale conflitto, perché Ferrulli aveva proferito anche minacce contro di loro e il loro comportamento fu legittimo". E' quanto ha sostenuto nel corso dell'arringa l'avvocato Paolo Siniscalchi, uno dei legali dei quattro poliziotti a processo davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Milano per la morte di Michele Ferrulli, manovale di 51 anni che il 30 giugno 2011 morì nel capoluogo lombardo per un arresto cardiaco mentre gli uomini delle volanti lo stavano ammanettando a terra.

Nella scorsa udienza il sostituto pg di Milano Tiziano Masini ha chiesto di ribaltare il verdetto di assoluzione di primo grado (decisa due anni fa dal Tribunale) e condannare i poliziotti a pene comprese tra i 16 mesi e i 7 anni e 8 mesi di carcere, distinguendo le responsabilità e le accuse di omicidio preterintenzionale e colposo. Per il pg, infatti, i quattro misero in atto "un arresto illegale e arbitrario" e ciò anche perché ad un "oltraggio a pubblico ufficiale, per cui non è previsto il provvedimento, non possono seguire - ha detto l'accusa - addirittura violenze da parte delle forze dell'ordine".

LA DIFESA - Per la difesa, invece, Ferrulli per "le ingiurie e le minacce" doveva essere ammanettato, come avvenne, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e a causa della sua "aggressività". L'altro legale della difesa Massimo Pellicciotta ha poi mostrato un filmato acquisito agli atti: "Se vedete un manganello qua, io stesso sollecito la condanna dei miei assistiti, perché quello che si vede, invece, è un guanto". Lo ha detto rivolgendosi ai giudici, chiedendo di confermare l'assoluzione con formula piena per i quattro agenti imputati davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Milano. L'avvocato Pellicciotta in aula ha anche mostrato un video di un pestaggio da parte di forze dell'ordine che non c'entra nulla con il processo e poi, rivolto ai giudici, ha detto: "Questo è un pestaggio con manganelli e trovo gravissimo che in questo processo si continui a parlare di pestaggio, quando non ci sono né corpi contundenti né colpi, ma solo percussioni del tutto legittime ai fini dell'ammanettamento". Ferrulli, ha aggiunto poi il legale, "era ubriaco quella sera ed era un violento con numerosi precedenti di polizia e, come ho già detto in primo grado, una divisa era per lui come il drappo rosso per un toro". Se il manovale 51enne, ha detto ancora il difensore, "quella sera si fosse fatto accompagnare in Questura non sarebbe successo nulla".

Per la difesa i filmati che hanno ripreso quanto accaduto quella sera "sono la prova regina dell'innocenza" degli agenti. "Non troveremo mai - ha spiegato l'avvocato Siniscalchi - una proporzione tra la morte assurda di Ferrulli e l'operato degli agenti, ma non è questo ciò su cui si deve decidere, perché il comportamento degli agenti va parametrato al reato di resistenza a pubblico ufficiale e all'aggressività del Ferrulli che giustificava l'arresto". Per il legale, tra l'altro, anche la figlia, Domenica Ferrulli, nel corso dell'indagine «ha voluto buttare il cuore oltre l'ostacolo e ha perso di obiettività e lo dico anche se la stimo". 

PARTE CIVILE - Per il legale di parte civile, che ha chiesto 80mila euro di risarcimento provvisionale a testa per i familiari, il manovale quella sera, quando gli agenti intervennero per schiamazzi in strada in via Varsavia, "non fu violento, né minaccioso e non commise alcun illecito che giustificava l'arresto". Subì invece una "sequela di violenze nella fese dell' ammanettamento", quando gli agenti misero in atto "un arresto clamorosamente illegittimo". Qua, in ogni caso, ha chiarito Grosso, "non stiamo facendo il processo alla Polizia che nel nostro Paese svolge un ruolo importantissimo", ma alle condotte dei quattro poliziotti. 

Il pg ha chiesto di mantenere l'accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti di due imputati, Francesco Ercoli e Michele Lucchetti, quelli che intervennero per primi. Per loro è stata chiesta una condanna a 7 anni e 8 mesi comprensiva anche dell'accusa di falso. Mentre gli altri due, Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo, arrivati dopo sul posto, devono essere condannati rispettivamente a 16 e 18 mesi per omicidio colposo con eccesso colposo nell'uso dei mezzi di coazione fisica. La sentenza è attesa per la prossima udienza, già fissata per il 23 maggio, dopo le repliche delle parti.

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