Expo, incognita fondi a due mesi dalla nuova apertura

Il 25 maggio sul sito Expo partirà «City after City», sezione speciale dell’Esposizione Internazionale della Triennale, supervisionata dal Bureau International des Expositions di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Albero della Vita (Newpress)

Albero della Vita (Newpress)

Milano, 11 marzo 2016 - «Non abbiamo uno spazio dove sederci e lavorare, non abbiamo ancora un budget per il 2016, non abbiamo al nostro interno le professionalità per trasformarci da società proprietaria a società di sviluppo di terreni: oggi Arexpo è una scatola, non un’azienda». Non l’azienda che dovrà diventare. Parole scandite da chi in Arexpo è stato (appena) nominato: Giuseppe Bonomi, neoamministratore delegato della Spa, insieme al rettore del Politecnico, Giovanni Azzone, nominato invece presidente. Un’analisi schietta, la loro. Un’analisi che, nonostante l’ottimismo mostrato da entrambi, non può non preoccupare. Perché la scatola-che-si-sogna-azienda dovrà vincere la sua prima sfida tra soli due mesi: il 25 maggio sul sito Expo partirà «City after City», sezione speciale dell’Esposizione Internazionale della Triennale, supervisionata dal Bureau International des Expositions (Bie).

«Dobbiamo correre – ammettono Azzone e Bonomi – ma c’è ottimismo perché abbiamo tre soci che remano dalla stessa parte: Governo, Regione e Comune». «L’obiettivo – aggiunge Azzone – è far sì che il Fast Post Expo ricrei entusiasmo». Ma c’è il rischio di una kermesse avara di appuntamenti-calamita. L’Esposizione della Triennale è, infatti, l’unico vero appuntamento per ora in cassaforte. Azzone spiega che ci dovrà essere «la coincidenza di più palinsesti» ma al momento non c’è nulla di definitivo in proposito. Saranno riaperti sia l’Albero della Vita sia Palazzo Italia, d’accordo. Ma poi? Ci sarà spazio per il commerciale, in particolare per attività di ristorazione: ovvio. Per il resto si ipotizzano mostre, sfilate e musica live. Nel secondo caso con l’aiuto di Altagamma, se possibile. «La programmazione del 2017 – dice Bonomi – dovrà essere, e sicuramente sarà, meno improvvisata di quella del 2016». L’anno prossimo potrà partire la gara per affidare a terzi la gestione dell’Open Theatre e, se tutto dovesse filare liscio, la grande gara internazionale per il masterplan del post Expo.

È il 2016 che inquieta: «Ad oggi – dice l’amministratore delegato di Arexpo – non sappiamo su quale budget possiamo contare per il Fast Post Expo, la fase di transizione che occuperà l’anno in corso». Non magra consolazione, una buona notizia è in arrivo da Roma: il ministero dei Beni e della Attività Culturali assicura che i 50 milioni di euro che Regione Lombardia ha stanziato per la fase di mezzo tra Expo e Post Expo non sono configurabile come «aiuti di Stato» e quindi non incapperanno nella censura del Bie. Sedici i milioni riservati alla Triennale. Per il resto, Arexpo può contare sui 50 milioni stanziati dal Governo e su un conto corrente da 84mila euro. Per sopperire alla mancanza di professionalità interne, Arexpo ricorrerà a personale di Expo Spa, tramite la procedura del distacco, fa sapere Bonomi. Silenzio, invece, sul “contenzioso” in corso proprio con Expo Spa, che ritiene di dover ricevere da Arexpo oltre 150 milioni di euro per le bonifiche e l’infrastrutturazione del sito. «Abbiamo aperto un tavolo per trovare un accordo» si limita a dire Bonomi.

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