REDAZIONE MILANO

Bar esploso allo Stadera: boato, muro crollato, serrande divelte. E' del gestore antislot

Raid doloso in via Volvinio, saracinesca e vetri come proiettili: nessun ferito. Un cartello avvertiva: «Chi cerca macchinette mangiasoldi, Grattaevinci, Superenalotto o altri giochi per tentare la fortuna, è avvertito qui dentro non ne troverà» di Anna Giorgi e Marianna Vazzana

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Milano, 13 ottobre 2015 - Esplode il bar «no slot» al quartiere Stadera. Sono da poco passate le 19.30 di ieri, il titolare del «Wi-fi Cafè», in via Volvinio, al civico 34, ha appena abbassato la serranda e si allontana. Dopo pochi minuti, dieci, quindici al massimo, si sente una esplosione che sembra un terremoto. Un boato che scuote tutto il palazzo. Le serrande divelte e le vetrine completamente in fantumi. Pezzi di vetro volano sulla strada e le macerie investono la pensilina della fermata del tram della linea 15, davanti al locale. Solo per un caso in quel momento sotto la pensilina non c’era nessuno e nemmeno passanti davanti al bar, un caso fortunato perché l’esplosione è stata così forte che le conseguenze avrebbero potuto essere devastanti.

Una parte della serranda finisce sulla carreggiata opposta dove si trova l’altra fermata del mezzo pubblico. Anche in questo caso, quasi per miracolo, nessuno è stato coinvolto. Il traffico è rimasto bloccato e i tram della linea 15 hanno dovuto deviare a Porta Ludovica. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco con due mezzi e i carabinieri con la Scientifica per il sopralluogo. Non si conoscono ancora le cause precise della deflagrazione. Forse una bombola del gas quindi un incidente o forse liquido infiammabile e quindi dolo. Sul retro del bar però c’era una porta aperta che ha insospettito parecchio i carabinieri. Il titolare del locale si chiama Ivan Baldi, ha 38 anni ed è incensurato. Ieri sera, dopo essere tornato nel luogo dell’esplosione ha raggiunto la caserma dei carabinieri di via Moscova. Era nota, nel quartiere, la battaglia di Baldi contro le slot machine. Davanti alla vetrina del suo “Wi-fi Cafè” il 38enne aveva messo un cartello che parlava chiaro.  «Chi cerca macchinette mangiasoldi, Grattaevinci, Superenalotto o altri giochi per tentare la fortuna, è avvertito qui dentro non ne troverà». «Quando sono entrato in questo bar – aveva detto il titolare qualche mese fa – c’erano tre slot machine, le ho restituite ai noleggiatori, perché io voglio un bar diverso. Niente musichette di slot in funzione, niente monetine che si sentono scivolare negli apparecchi, voglio un luogo per le chiacchiere e il relax. Un luogo in cui si conversa e ci si può connettere all’wifi, sorseggiando un caffè». Baldi nella via si era distinto. Ora saranno i carabinieri ad escludere che ci sia un collegamento tra il botto che ha fatto saltare per aria il suo bar «controcorrente» e la sua battaglia contro l’uso delle macchinette mangiasoldi di cui i bar di tutto il quartiere sono pieni. Fino a tarda notte sono proseguiti i sopralluoghi e il traffico è tornato regolare solo tre ore dopo.