Spotted #escile, seni al vento in nome dell'università: la sexy-sfida infiamma e divide

Milano, le studentesse si fronteggiano su Facebook coi loro décolleté di LUCA SALVI

La sexy-sfida a colpi di seno delle universitarie

La sexy-sfida a colpi di seno delle universitarie

Milano, 19 gennaio 2016 - Una quarta o una quinta vale più di un 30 e lode. O, almeno, attira più clic. Questo sembra dire il contest – «sfida» per i digiuni di inglese – «Escile», rivolto alle studentesse procaci su Facebook dai vari gruppi Spotted delle università milanesi: mandate una foto del vostro seno in décolleté, con su scritto l’ateneo di appartenenza, e vi pubblicheremo. In anonimo. Ad aprire le danze i gruppi di Bocconi e Politecnico, sorpassati poi da quello di Cattolica per numero di scatti. Insubria e Pavia indecise. Iulm, Statale e Bicocca poco attive. O più serie. E di ora in ora lo scontro sul social network tra chi promuove l’iniziativa e chi la contesta come «offensiva verso le donne e indecorosa per il nome dell’università» è sempre più teso. La gara è partita sabato, si è infuocata nella notte di lunedì. A promuoverla i gruppi Spotted, una tradizione importata quattro anni fa dai Paesi Anglosassoni. Si tratta di pagine Facebook create da uno più studenti per pubblicare in anonimo messaggi di altri studenti. Con il nome dell’istituto o dell’ateneo di riferimento. Pagine esterne alle università. Veri e propri confessionali da migliaia di contatti (Spotted Polimi arriva a 36mila «like», Spotted Bocconi Milano a 18mila). A volte utili per la diffusione di informazioni, a volte provocatori. Come in questo caso. Ore 18 di sabato, i due gruppi Spotted del Politecnico e della Bocconi pubblicano la fotografia di una ragazza prosperosa. Una porta la maglietta «Polimi. Dal 1863». L’altra la scritta «Bocconi» disegnata sul seno. Su entrambe l’hashtag «#escile», entrato nel linguaggio di Twitter lo scorso autunno come invito «hot» alle star. Parte la sfida. Si uniscono Spotted: Unicatt e altri e altri gruppi di studenti lombardi. Fino a una prima classifica parziale: gli universitari di largo Gemelli in testa. Insieme ai commenti goliardici e maschilisti («se vinciamo il rettore ci dà crediti formativi», «Abbiamo bisogno di relax in tempo di esami: uscitele») e alle accuse reciproche di postare foto rubate di pornoattrici ritoccate, arrivano critiche e inviti a chiudere. «Nessuno si scandalizza per un seno – scrive Giuseppe – ma mostrarlo con il nome dell’università a 20mila persone è sinonimo di stupidità». Enrica risponde a provocazione con provocazione: «Poi lamentatevi quando associano il nome della Bocconi a quello di Sara Tommasi». Si contesta la «pornografia universitaria, la donna oggetto». Qualcuno minaccia di segnalare alle autorità. «Spero vi revochino le lauree». Ma il fenomeno non si ferma. E in tarda serata si aggregano messaggi da gruppi simili dalla Luiss, dall’Università di Modena, a studenti di Lecce.

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