Disabilità, il percorso a ostacoli tra auto e buche

Quindici centimetri sono un ostacolo insormontabile per chi, come Chiara Laganà, è inchiodato su una carrozzina di MARIANNA VAZZANA

Chiara cerca di raggiungere un corridoio pedonale

Chiara cerca di raggiungere un corridoio pedonale

Milano, 23 febbraio 2016 - Un'odissea, tutti i giorni, per colpa di un gradino. Quindici centimetri sono un ostacolo insormontabile per chi, come Chiara Laganà, 35 anni, è inchiodato su una carrozzina. «Ho una malattia degenerativa», spiega. E per raggiungere la fermata del bus che la porta al lavoro deve allungare il tragitto di almeno un chilometro. «Basterebbe poco per risolvere il mio problema – dice –. Uno scivolo, una pedana, una gettata di cemento. Eppure, nonostante le segnalazioni, il gradino resta». Abbiamo affrontato il percorso con lei. Parte da casa, tra via Arezzo e viale Suzzani («ho messo a mie spese la pedana elettrica e ho dovuto fare lavori di adeguamento nell’androne del condominio. Per i rimborsi che mi spettano, se ne parlerà a data da destinarsi», spiega con rammarico) e raggiunge un’area verde. Fin qui, nessun problema: ci sono scivoli e attraversamenti pedonali che le consentono di avanzare senza difficoltà. I guai cominciano in via Giolli. Crepe sull’asfalto, dislivelli e marciapiede increspato, la costringono a una gimcana.

Beffa nella beffa: «Siamo davanti alla sede Asl per l’Assistenza domiciliare integrata, e a un centro diurno del Comune». Ma è nulla in confronto all’ostacolo successivo: il gradino. «Quindici centimetri, ma non riesco a salirci con la carrozzina». Da lì approderebbe a un corridoio di pietra in mezzo a una piccola area verde. Una passerella per raggiungere in sicurezza viale Fulvio Testi e, da lì, la fermata del bus 713 in via Bignami. «Lavoro a Sesto San Giovanni, per una ditta che si occupa di ossigeno terapia – continua la ragazza –. Ho provato a passare in mezzo al verde, salendo da un cordolo più basso, ma mi sono incastrata due volte». Non le resta che proseguire verso via Thomas Mann e poi tornare indietro, passando da un punto sicuro. «Occhio e croce, un chilometro in più». Nei giorni di pioggia, o di eccessiva stanchezza, «mi affido a un servizio di trasporto privato per disabili».

E c'è anche un’altra barriera segnalata da Chiara: «All’incrocio tra viale Sarca e via Chiese, su quattro angoli c’è un solo scivolo. Per andare al centro commerciale o raggiungere altri servizi, l’alternativa è passare in mezzo alla strada, scendendo da un passo carraio». Quanto al gradino insormontabile: «Da circa 3 anni attendiamo gli adeguamenti – spiega Andrea Pellegrini (Lega), consigliere di Zona 9 –. Il CdZ ha approvato l’ultima delibera in merito, all’unanimità, lo scorso 5 novembre, chiedendo al Comune di eliminare la barriera architettonica. Il problema riguarda tante persone disabili del quartiere. Stiamo ancora aspettando». E «basterebbe un piccolo intervento – continua il capogruppo Luca Perego – per migliorare, in maniera considerevole, la vita di chi è affetto da disabilità. Peraltro, aspettiamo anche che venga realizzata una mappatura coi punti più problematici».

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