Gringolts e Laul, coppia da brividi al Conservatorio

Una coppia formidabile al Conservatorio Giuseppe Verdi alle ore 21: Ilya Gringolts, virtuoso violinista - che torna in città con il suo Stradivari - e il pianista Peter Laul

Ilya Gringolts  in scena con il suo Stradivari

Ilya Gringolts in scena con il suo Stradivari

Milano, 11 gennaio 2017 - Una coppia formidabile questa sera al Conservatorio Giuseppe Verdi alle ore 21: Ilya Gringolts, virtuoso violinista - che torna in città con il suo Stradivari - e il pianista Peter Laul, nati e cresciuti a San Pietroburgo, oggi cittadini del mondo e acclamati artisti internazionali. Protagonisti assoluti di musica da camera eseguiranno brani di Antonin Dvorák, Ludwig van Beethoven e Richard Strauss. Dvorák è un autore caro a Gringolts di cui ha inciso recentemente, con la Filarmonica di Praga diretta da Nicola Guerini, “A Bohemian Rhapsody” (Duetsche Grammophone). Peter Laul nasce in una famiglia di musicisti, compie i suoi studi musicali con Alexander Sandler al Conservatorio di San Pietroburgo, dove oggi è membro di facoltà. Ha vinto un premio speciale per la migliore esecuzione di Bach al Concorso di Brema nel 1995 mentre nel 1997 ha vinto il primo premio allo stesso concorso per la migliore esecuzione di Schubert; nel 2000 vince il Concorso Scriabin di Mosca. A Milano Gringolts e Laul eseguono la “Sonata in fa mag. Op.57” di Dvorák (1880). L’autore cecoslovacco si era formato alla scuola musicale tedesca, l’accademismo germanizzante era presente da tempo in Boemia. Più per necessità che posizioni politiche il compositore abbandona gli studi presto per entrare come violinista nell’orchestra nazionale di Praga. La sua istintività musicale porta l’autore a comporre le prime sinfonie e i primi lavori cameristici, come questo, in una grande libertà, ispirandosi ai colori, alla vivacità dei canti e delle danze del suo paese, uno stile che si ritrova nelle sinfonie.

“La sonata n.10” (1812) è l’ultima delle dieci per violino e pianoforte scritte da Beethoven. Per la qualità intimistica, la celata poesia, si può accostare alla Settima e all’Ottava Sinfonia, entrambe composte nello stesso periodo. Sono anni dolorosi per l’artista, eppure la sofferenza, la tragedia della sua salute, non pervadono la purezza e l’atmosfera dell’opera che si rivela ricca di serenità ed equilibrio. Nella partitura c’è una ricerca di normalità e pace, come fosse il rovescio della medaglia della precedente e inquieta “Sonata n° 9”, più conosciuta come “Sonata a Kreutzer” composta fra il 1802 e 1803. La “Sonata n.10” fu dedicata all’arciduca Rodolfo d’Asburgo che la eseguì per la prima volta in pubblico nel dicembre dello stesso anno. La “Sonata in mi bem. magg.op 18” di Richard Strauss è scritta nel 1887 e dedicata al cugino Robert Pschorr, ha la struttura classica in tre movimenti, è lultima testimonianza del compositore nel genere della musica astratta, poi si dedicherà solo all’opera e al poema sinfonico.

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