NICOLA PALMA
Cronaca

Il vigile urbano allergico alla divisa: non può indossarla e resta in ufficio

Milano, il caso limite. Un ghisa su 6 fornisce prestazioni ridotte

Il vigile di Alberto Sordi era attaccatissimo alla divisa

Il vigile di Alberto Sordi era attaccatissimo alla divisa

Milano, 11 gennaio 2017 - Uno su sei è in servizio «condizionato». Vale a dire: non può svolgere determinate mansioni, spesso quelle più usuranti per gli agenti della polizia locale e che quasi sempre coincidono con la presenza in strada. A Milano, 480 ghisa sui 3mila alle dipendenze del Comune hanno presentato un regolare certificato medico che impone una serie di limitazioni alle loro prestazioni. Dati in costante aumento. Certificati medici legittimi, che devono passare il vaglio delle visite periodiche obbligatorie. Qualcuno decisamente bizzarro, però, se è vero che risulta almeno un caso di un vigile che è stato dispensato da alcune attività perché risulta allergico alla tintura utilizzata per la divisa. Sì, avete capito bene: non può indossarla.

Un esempio-limite, intendiamoci, che poco toglie a un Corpo che ha dimostrato grande professionalità nella gestione dei grandi eventi e che è quotidianamente impegnato su più fronti: dal contrasto all’abusivismo commerciale agli sgomberi, dalle indagini sul writing vandalico a quelle sugli abusi su donne e minori. Tuttavia, il problema esiste eccome, soprattutto perché sottrae risorse da utilizzare sul territorio. Così il comando di piazza Beccaria ha deciso di dare una stretta sul tema. Ecco il piano allo studio nell’ambito della riorganizzazione della polizia locale: «Pur non volendo fare di tutta l’erba un fascio – premette il comandante Antonio Barbato – per tutti gli agenti che hanno il cosiddetto servizio condizionato verrà semplificato l’orario di lavoro, facendolo coincidere con quello d’ufficio. Questo orario ha il vantaggio di tutelare chi ha problemi di salute tali da non permettere di svolgere tutte le mansioni, permettendogli comunque di svolgere importanti compiti al servizio dei cittadini. Questo provvedimento, però, ridurrà nello stesso tempo le indennità di turno e disincentiverà fortemente gli straordinari».

Il doppio obiettivo: da un lato salvaguardare chi ha patologie serie, dall’altro impedire che il furbetto di turno «approfitti degli incentivi di chi ogni giorno lavora in strada» usando la leva dello stipendio. «Siamo pronti a sederci a un tavolo – fa sapere Daniele Vincini, segretario della sigla autonoma Sulpm –. Noi difendiamo sì i diritti dei lavoratori, ma anche i doveri: a noi questi numeri sembrano eccessivi, vogliamo controlli più severi per stanare chi ci marcia».

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