Quando gli Ufo volavano a Milano, settant’anni di leggende e misteri

Nel luglio 1947 il primo disco volante. Oggi esperti a confronto

Un possibile avvistamento di Ufo

Un possibile avvistamento di Ufo

Pioltello (Milano), 26 maggio 2017 - Era il 24 giugno 1947 quando un giornalista americano coniò l’espressione «dischi volanti» per descrivere uno dei primi avvistamenti documentati dell’era post bellica. Espressione che, velocemente, è entrata nell’immaginario collettivo. Il primo giornale a parlarne in Italia - spiega Edoardo Russo, direttore nazionale di Mufon, il Mutual Ufo Network – fu il milanese «Corriere d’informazione» e subito, «proprio nel 1947, si verificarono numerosi avvistamenti in Lombardia. Il primo il 10 luglio. La notizia spinse perfino gli operai a uscire dalle fabbriche per scrutare il cielo». Nascevano gli Ufo, acronimo di Unidentified Flying Object, oggetti volanti non identificati.

Ora, 70 anni dopo appunto, la filiale italiana di Mufon, organizzazione no profit internazionale che indaga su casi di avvistamenti sospetti, ha organizzato per questa sera alle 21 un incontro per esperti e appassionati. Appuntamento alla Cascina Dugnana di Pioltello. Per scandagliare un fenomeno misterioso che, da 70 anni, sta appassionando milioni di persone in tutto il mondo e ispira una nutrita serie di libri e film di fantascienza. Cosa si cela dietro le migliaia di avvistamenti a oggi documentati? Segreti militari, cospirazioni aliene o, più semplicemente, un business che si fonda sul desiderio dell’uomo di travalicare i limiti dell’ignoto? «Un po’ di tutto», secondo Edoardo Russo, il direttore italiano del Mufon, che si professa agnostico sull’argomento e, dopo tanti anni di ricerche, ha rinunciato a dare spiegazioni. «Mi limito a studiare il fenomeno - dice -. Lo scopo della nostra organizzazione è svolgere delle vere e proprie inchieste dietro a ogni caso documentato per verificare quanti siano i reali avvistamenti riconducibili a oggetti volanti non identificati. In più del 90% dei casi esiste una spiegazione precisa e, sicuramente, non aliena».

All'inizio, ad occuparsene furono i militari, nel timore che potesse trattarsi di velivoli ostili. In 20 anni di attività, furono esaminati più di 12mila avvistamenti, 700 dei quali rimasero non identificati. Finiti gli anni della guerra fredda, l’archivio del «Project Blue Book» venne reso accessibile al pubblico e agli ufologi di tutto il mondo. Fra i casi eccellenti, tuttora senza una spiegazione, anche uno italiano. Era avvenuto nel 1963, ed ebbe per protagonista l’autista personale del presidente della Repubblica Antonio Segni. Mentre era alla guida dell’auto presidenziale l’uomo disse di aver visto un «disco volante metallico» del diametro di 20 metri che, più volte, sorvolò la vettura. Dopo anni di voci non confermate, questa sera il dettagliato rapporto segreto di indagine verrà finalmente presentato al pubblico.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro