Treno deragliato a Pioltello: "Il rattoppo anomalo? Cautela"

Marco Ponti, perito in tanti processi: da controllare le bolle nel metallo

Il tratto di rotaia che ha ceduto

Il tratto di rotaia che ha ceduto

Milano, 28 gennaio 2018 - «Dopo la strage di Crevalcore sono bastati due mesi per gli accertamenti. Sull’incidente ferroviario di Pioltello bisogna essere cauti, si deve ancora ricostruire la catena causale e individuare se ci sono o meno elementi di colpa». Il professor Marco Ponti, esperto di Economia e pianificazione dei trasporti, si è occupato di alcuni fra i più gravi incidenti ferroviari avvenuti in Italia. Ha fatto parte, tra i vari incarichi, del pool di consulenti nominati dalla Procura nell’ambito delle indagini sullo scontro tra due treni a Crevalcore, in provincia di Bologna, il 7 gennaio 2005, costato la vita a 17 persone. Tredici anni prima della tragedia di Pioltello. 

Come furono condotti, in quel caso, gli accertamenti? «Furono accertamenti relativamente rapidi perché il meccanismo era abbastanza semplice. Ma ogni incidente ferroviario ha la sua specificità. Il più disgraziato è stato quello di Viareggio, frutto di una assurda concatenazione di elementi. Una maledizione di Dio».

A Pioltello nelle foto si nota una tavoletta di legno sotto il binario danneggiato... «Bisogna andare molto cauti, ed evitare di cercare il colpevole a tutti i costi. Non è ancora chiaro quello che è accaduto, e le indagini per capire le cause sono ancora all’inizio. Il sistema di controllo con i treni diagnostici è molto sofisticato, ma qualcosa può essere sfuggito. Penso ad esempio a una bolla nella fusione del metallo, non riconoscibile ai controlli. La magistratura dovrà ricostruire la catena causale».

Da esperto di incidenti, in questo caso si prospettano tempi lunghi per gli accertamenti? «I consulenti devono avere a disposizione tutto il tempo necessario. Ci sono indagini per le quali basta un mese e altre che, per la loro complessità, richiedono molto più tempo».

Intanto si sono sollevate nuove polemiche sulla sicurezza sulle linee ferroviarie «Le linee ferroviarie sono sicure, vengono spesi 1,2 miliardi di euro all’anno per la manutenzione. Gli incidenti ferroviari causano in media cinque morti all’anno, quelli stradali 3.200. Sono dati che parlano chiaro, e fanno capire dove servirebbero veri investimenti sulla sicurezza. Le condizioni di alcune strade sono inaccettabili e le opere di manutenzione sulla viabilità ordinaria sono ancora carenti. Ogni volta ci troviamo a piangere per incidenti, per cavalcavia e ponti che crollano». 

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