Milano ricorda Dionigi Tettamanzi, il sindaco Sala: "Seguiremo il suo esempio"

L'esperienza dell'ex arcivescovo di Milano nel racconto di chi l'ha conosciuto

Dionigi Tettamanzi

Dionigi Tettamanzi

Milano, 5 agosto 2017 - "Con Dionigi Tettamanzi scompare uno dei protagonisti della storia religiosa e sociale di Milano. Il Cardinale ha orientato l'impegnativa eredità di Carlo Maria Martini nella rivitalizzazione della tradizione ambrosiana dell'accoglienza e della solidarietà. Ha affrontato la critica di tanti rimettendo profeticamente le nostre coscienze a confronto con i problemi di chi non ha nulla. A Milano il compito di seguire sempre il suo insegnamento". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala una volta appresa la notizie della morte dell'arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi.

"La dipartita del cardinale Dionigi Tettamanzi rappresenta una grande perdita per la Chiesa milanese e per tutta la Chiesa universale, non solo per i diversi ministeri che egli ha assunto e per il suo servizio come esperto a Papi e alla Santa Sede, ma anche per la sua personalità umile, sorridente, appassionata ai rapporti. Era sempre teso ad incarnare la visione cristiana della vita nella realtà attuale. La sua biografia, ormai ampiamente conosciuta, è testimonianza di tutto questo". Con queste parole il cardinale Angelo Scola ha ricordato il suo predecessore a Milano come arcivescovo, Dionigi Tettamanzi. "Sono a lui particolarmente legato fin dai tempi in cui fu mio giovane professore in Seminario a Venegono - ricorda Scola nella nota - L'amicizia si è approfondita negli anni a Roma attraverso comuni collaborazioni al servizio della Chiesa universale. Il cardinale Dionigi, studioso di morale e di bioetica, mi ha sempre impressionato per la sua capacità di lavorare in gruppo e per la rapidità nel fare sintesi".

"Noi tutti preghiamo per il cardinale Dionigi Tettamanzi. Per noi, è stato davvero un pastore buono, una guida di cui abbiamo sentito sempre la vicinanza. Ma soprattutto è stato come un padre, co-fondatore della Casa della carità insieme al cardinal Martini, che ha aperto il nostro cammino e lo ricordiamo con affetto". Parole del presidente della Fondazione Casa della carità, don Virginio Colmegna. "La sua costante presenza accanto agli ultimi e la sua testimonianza - prosegue - sono state a volte viste con polemica, come scomode, ma per lui, quella di stare in mezzo alla gente era una scelta continua legata al Vangelo. In questo senso, uno dei ricordi più emblematici, tra i tanti che ho di lui, è la visita che fece al campo rom di via Triboniano, alla vigilia del Natale 2010. Era un momento difficile per la città e molto faticoso anche per noi, che cercavamo di proporre soluzioni innovative per superare le situazioni di abbandono, come quelle dei campi rom. Lui ha scelto di venire in mezzo a queste persone con noi, visitare le baracche, portare una parola di solidarietà e attenzione", ricorda don Colmegna.

Con quel gesto ha rotto il clima di tensione che si respirava in quel periodo e ci ha permesso di ritrovare le buone condizioni per il superamento del campo, condividendo una straordinaria esperienza di umanità. E questo è solo un esempio della grande attenzione che il cardinal Tettamanzi ha avuto per i poveri, per le marginalità, per le presenze considerate 'scomode', tanto che non si stancava mai di ripetere che 'i diritti dei deboli non sono affatto deboli,  ma sono del tutto eguali ai diritti dei forti'", prosegue il presidente della Casa della carità. "Ricordo poi l'immagine che ci ha lasciato, nell'inaugurare la nostra Casa nel 2004, ispirandosi alla parabola del buon samaritano. Tutti, disse, si ricordano del malcapitato, del samaritano, del levita e del sacerdote, ma si dimenticano del locandiere, cui il samaritano dice semplicemente: 'Abbi cura di lui'. Quest'immagine, insieme a quella delle Querce di Mamre che ci ha lasciato il cardinal Martini, ha segnato il nostro cammino: essere locanda significa per noi essere una casa concreta e operosa, dove la cura significa innanzitutto riconoscere la dignità della persona", conclude don Colmegna. "La scomparsa del cardinale Dionigi Tettamanzi addolora e lascia un grande vuoto ma resta la sua eredità spirituale, il suo esempio e la sua umanità concreta - afferma Carlo Sangalli, presidente Camera di commercio e Confcommercio Milano - Durante gli anni più difficili della Grande Crisi ha realizzato il Fondo Famiglia e Lavoro proprio per sostenere chi più di altri soffriva per le difficoltà economiche. Anche per questo il nostro grazie di cuore e la nostra preghiera a nome di tutto il mondo delle imprese". 

"Esprimo dolore e cordoglio per la scomparsa di Dionigi Tettamanzi, l'arcivescovo degli 'ultimi'. Riposa in pace". Cosi' il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ricorda il già arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. "Lo vogliamo ricordare con grande affetto per i suoi insegnamenti, la sua umiltà, la sua capacità d'ascolto e di dialogo con credenti e non credenti". Sono le parole del Ministro dell'Agricoltura e vicesegretario Pd Maurizio Martina che aggiunge: "Ha sempre dato voce ai più deboli in ogni momento, spronando tutti a guardare il mondo con gli occhi di chi soffre. Per questo il suo insegnamento rimarrà una bussola per tanti che lo hanno conosciuto e ascoltato".

"Il cardinale Dionigi Tettamanzi lascia una grande vuoto non solo in chi lo ha conosciuto ma in tutta la nostra comunità. Una guida spirituale con il quale mi sono costantemente confrontato, sempre attento agli ultimi, ai più deboli e a chi aveva bisogno, senza alcuna distinzione. Un uomo che non ha mai rinunciato ai suoi principi e alla difesa dei suoi valori, e che per questo è entrato per sempre nel cuore di tutti i milanesi". Così Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, esprime il suo cordoglio per la scomparsa del cardinale Tettamanzi. "Conoscerlo e frequentarlo è stato per me un privilegio, così come è stato un grande onore conferirgli la Grande Medaglia d'oro del Comune di Milano nel primo anno del mio mandato da Sindaco. Il suo insegnamento rimarrà indelebile per tutta la nostra comunità"

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