ANDREA GIANNI e NICOLA PALMA
Cronaca

Ragazza uccisa in via Brioschi, dieci coltellate per Jessica

Il tranviere: mi sono difeso. Il papà della giovane: niente sconti

L’arresto di Alessandro Garlaschi (Newpress)

L’arresto di Alessandro Garlaschi (Newpress)

Milano, 9 febbraio 2018 - Prima ha ucciso Jessica Valentina Faoro con più di dieci coltellate. Poi ha cercato di disfarsi del cadavere. Infine è andato a casa della suocera per andare a prendere la moglie e dare l’allarme al 118.

È la ricostruzione delle sette ore di follia di Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni fermato per l’omicidio della 19enne che ospitava in subaffitto nel suo appartamento di via Brioschi 93 a Milano: l’udienza di convalida dovrebbe tenersi tra oggi e domani, l’aggiunto Laura Pedio e il pm Cristiana Roveda chiederanno la conferma del provvedimento e la custodia in carcere per il dipendente Atm, tuttora recluso a San Vittore e sorvegliato a vista nel centro di osservazione neuropsichiatrica del carcere. Ecco com’è andata nella notte tra martedì e mercoledì, secondo quanto accertato dagli agenti di Upg e Mobile, coordinati rispettivamente da Maria José Falcicchia e Lorenzo Bucossi. L’assassinio avviene poco dopo le 3.30: Garlaschi ha parlato di «una lite per un film da guardare in tv», ma è più probabile che tutto sia nato da un approccio sessuale respinto dalla vittima, che era entrata in contatto con l’uomo tramite un annuncio su Facebook. Inoltre, il 39enne, stando a quanto appreso, ha affermato di essere stato aggredito dalla 19enne armata di coltello: «Io sono riuscito a disarmarla e l’ho colpita». Per più di dieci volte, al torace e all’addome, particolare che rende inverosimile la tesi secondo la quale l’uomo abbia agito per difendersi.

Quindi i tentativi di occultare il corpo: bruciandolo (dall’odore percepito dagli agenti in casa) o chiudendone la parte superiore in un borsone e avvolgendo le gambe in una busta di cellophane. Tentativi rimasti tali, visto che i resti di Jessica sono stati rinvenuti seminascosti sotto il divano-letto che la 19enne occupava da un paio di settimane in cambio di un aiuto nelle faccende domestiche. All’alba, Garlaschi capisce che è finita. Alle 6.08 contatta l’azienda per avvisare che non sarebbe andato a lavoro: «Sono malato». Poi va a casa della suocera per andare a prendere la moglie e confessarle tutto: «L’ha fatta grossa», sintetizzerà lei in una telefonata a un collega del marito. Alle 10.30 l’ultimo atto: «Ho una ragazza morta in casa, mi sa che servono anche le forze dell’ordine», dice al portinaio con i vestiti ancora sporchi di sangue. «Chi ha ucciso mia figlia deve pagare il conto, senza sconti», lo sfogo al Giorno del padre di Jessica, Stefano Faoro.

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