L’emergenza al Beccaria. In arrivo altri 47 agenti

Rinforzi dopo che gli arresti hanno falcidiato organici già ridotti all’osso. Nello staff anche più educatori e psicologi. Nuove vittime convocate dai pm.

Arrivano i rinforzi nel carcere minorile Beccaria di Milano, terremotato dall’inchiesta su presunte violenze e torture su detenuti che lo scorso 22 aprile ha portato all’arresto di 13 agenti della polizia penitenziaria e alla sospensione dal servizio di altre 8 guardie. Il Dipartimento per la giustizia minorile, guidato da Antonio Sangermano, ha disposto infatti l’invio di altri 47 agenti, che entreranno in servizio nei prossimi giorni. Forze fresche che si aggiungono a un organico da tempo ridotto all’osso e ora falcidiato dagli arresti, oltre al potenziamento dello staff di educatori e psicologi. Per tamponare l’emergenza, dopo il blitz del 22 aprile, il Dipartimento

aveva inviato una squadra speciale di pronto intervento composta da una quindicina di agenti, annunciando misure per ripristinare "legalità e dignità umana" in un istituto dove la situazione resta esplosiva. Dai prossimi giorni, assieme al nuovo comandante della Polizia penitenziaria Daniele Alborghetti, che si insedierà oggi, al posto di questa squadra arriveranno 47 unità: 25 dirottate dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (Uepe) della Lombardia e altre 22 applicate in seguito a un interpello regionale. Prenderanno servizio nella struttura dove si trovano una settantina di detenuti minorenni o da poco maggiorenni, da anni in una situazione di grave sovraffollamento. Intanto, mentre gli investigatori stanno analizzando le cartelle mediche dei ragazzi passati in infermeria dal 2022 fino ai mesi scorsi, da domani il pm Rosaria Stagnaro, titolare del fascicolo assieme alla collega Cecilia Vassena e all’aggiunto Letizia Mannella, sentirà i primi tre dei dieci ragazzi che si ritiene siano stati vittime di ulteriori episodi rispetto a quelli contestati nei provvedimenti cautelari.

Si tratta di altre sospette aggressioni su cui si sta indagando non solo grazie a nuove denunce, ma anche a una serie di elementi raccolti e ad approfondimenti sulle immagini di videosorveglianza interna. "Telecamere che parlano", per dirla come uno degli agenti intercettati, che avrebbero filmato altre violenze su cui i pubblici ministeri stanno facendo luce. Sarà, infatti, l’incrocio tra le testimonianze che i pm raccoglieranno, secondo la tabella di marcia, in un paio di settimane, i filmati, gli esiti delle analisi della documentazione clinica e altri elementi, a confermare o meno le ipotesi. Dalla nuova attività istruttoria potrebbero essere individuati altri pestaggi o altre manipolazioni di referti e relazioni di servizio al fine, come si ricostruisce, di cancellare le botte e quelle che sono ritenute torture.

Andrea Gianni

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