Traffico di droga, rapine ed estorsioni tra Milano e Monza: 27 arresti/ FOTO

Le indagini, avviate nel 2015, sono partite dall'accoltellamento di un uomo in locale pubblico della Brianza

La polizia

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Milano, 11 maggio 2017 -  Traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, rapine ed estorsioni, possesso illegale di armi e tentato omicidio. Queste le accuse che hanno portato all'arresto di 27 persone, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, al termine di un'indagine della polizia coordinata dalla Procura di Monza e svolta in collaborazione con il Reparto prevenzione crimine Lombardia e le Questure di Milano, Bergamo, Mantova, Asti e Messina. Sono state utilizzate unità cinofile. Fra gli arrestati italiani, albanesi e nordafricani, 23 in carcere e quattro ai domiciliari, ritenuti parte di una organizzazione operante nelle province di Monza e Milano.

L'indagine denominata 'Velarium', è partita a seguito del tentato omicidio di un giovane albanese, accoltellato da due connazionali il 29 settembre 2015 in un bar della periferia di Monza, per motivi legati allo spaccio di stupefacenti. Da lì la polizia ha ricostruito una vera e propria 'piramide' dello spaccio da centinaia di cessioni di cocaina e altra droga al mese, con base tra Monza e i limitrofi comuni di Brugherio e Lissone, e di una coppia di giovani orbitanti nel gruppo e dediti al traffico di armi. Sempre nel corso delle indagini, coordinate dal pm di Monza Salvatore Bellomo, gli inquirenti hanno identificato una famiglia albanese, padre, madre e figlio residenti a Monza da anni, attivi nel rifornimento di droga ad altri spacciatori. Ognuno aveva un compito preciso: il padre trattava i grossi rifornimenti e il figlio le cessioni ad altri spacciatori. La madre, infine, si occupava della "copertura", facendo sparire la droga ad ogni minimo sospetto e controllando che nella strada sotto casa non fossero appostati poliziotti in borghese con la scusa di portare a passeggio il cane.

Quaranta in tutto gli indagati, dei quali 19 italiani, 16 albanesi, 2 rumeni, un algerino, un marocchino e una polacca. Soprattutto i cittadini albanesi, per la maggior parte in regola con il soggiorno e perfettamente inseriti nel tessuto sociale italiano, conducendo una vita in apparenza normale, nascondevano sotto questo "velo" i guadagni derivanti dal commercio di cocaina. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 140mila euro.

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