Modella rapita a Milano, Chloe piange nei luoghi del sequestro: "Qui sono stata aggredita"

Il racconto in un filmato mostrato alla Corte d'Assise durante il processo a Lucasz Herba

Chloe Ayling

Chloe Ayling

Milano, 19 febbraio 2018 - Un incubo che, nonostante sia finito, resterà impresso per sempre nella mente della modella inglese Chloe Ayling, sequestrata lo scorso luglio a Milano e minacciata di essere messa all'asta e venduta sul 'deep web' prima di essere rilasciata. E' ancora visibile sul volto della giovane la sofferenza e la paura, quando racconta quei momenti agli inquirenti: "Stavo per aprire questa porta ed è qua che mi hanno aggredita alle spalle". Immagini e parole che appaiono in un filmato mostrato durante il processo a Lucasz Herba, polacco di Birmingham finito in carcere per il sequestro che avrebbe messo in atto col fratello Michal Konrad Herba.

Nei filmati della polizia, mostrati alla Corte d'Assise, si vede la modella che entra nell'appartamento di via Bianconi a Milano e spiega agli agenti che "nel momento in cui stavo per aprire questa porta sono stata presa alle spalle, rapita". Poi le immagini della giovane ripresa mentre ripercorre le strade di Viù (Torino) e mostra agli agenti dove con i suoi carcerieri andò a comprare "della frutta" e un paio di scarpe. Poi, "la crisi di pianto", come ha spiegato un poliziotto testimone, prima di entrare nella baita in Piemonte dove la modella ha poi raccontato alcuni dettagli del sequestro. "Mi era permesso di usare questo bagno - ha spiegato - qui, invece, dormivo, occupando un lato del letto". Il poliziotto testimone ha fatto vedere anche ai giudici delle fotografie scattate il 12 luglio scorso, quando la polizia entrò nell'appartamento nel corso delle indagini per ritrovare la giovane. Foto che mostravano anche un foglio lasciato dai rapitori con rappresentati "11 uomini con una tunica lunga e la scritta 'Black Death Gruop - Chloe", oltre ai vestiti della ragazza. 

Secondo le indagini del pm Paolo Storari, la modella di 20 anni, assistita dall'avvocato Francesco Pesce, venne tenuta segregata tra l'11 e il 17 luglio, prima nell'appartamento milanese e poi in una baita isolata in provincia di Torino. Alla fine, venne liberata dallo stesso Lucasz, un "mitomane avventuriero", secondo gli inquirenti, che voleva accreditarsi sul 'deep web'. Stando all'inchiesta, i due fratelli (Michal Herba arrestato in Gran Bretagna è ancora in attesa di estradizione) avrebbero anche chiesto al manager e ai familiari della ragazza in un primo tempo 300 mila e poi 50 mila dollari.

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