Metro 5, rivolta degli ambientalisti: "Atm taglia i bus ma spende in azioni"

Monguzzi (Pd): "La coperta non era corta?". Oggi il voto in aula

Carlo Monguzzi, presidente della Commissione Mobilità

Carlo Monguzzi, presidente della Commissione Mobilità

Milano, 6 marzo 2017 - Dalle perplessità di Carlo Monguzzi al dissenso di Legambiente. Il possibile acquisto delle quote detenute da Astaldi nella società Metro 5 da parte di Atm provoca la rivolta degli ambientalisti. «Ma la coperta non era corta?» chiede provocatoriamente Monguzzi, presidente della commissione Mobilità di Palazzo Marino. «Tagliarono i bus notturni e mi dissero che la coperta era corta – spiega il consigliere comunale del Pd –. Tagliarono i tram e mi dissero che la coperta era corta. Tagliarono, e di brutto, i bus alla domenica e mi dissero che la coperta era corta. Ora Atm vuole investire 64 milioni di euro per acquistare un pezzo di M5 e poi rivenderlo al fondo privato F2i. E la coperta corta dove è finita? Questi 64 milioni che non c’erano quando venivano tagliati i bus da dove diavolo sono saltati fuori?». Per l’esattezza si tratta di 64,5 milioni: a tanto ammonta l’accordo siglato il 12 dicembre scorso dalle Ferrovie dello Stato (Fsi) per l’acquisto del 36,7% detenuto da Astaldi nella società della metropolitana lilla.

Soldi che toccherà ad Atm spendere nel caso oggi si decidesse di esercitare quel diritto di prelazione sul quale il Consiglio d’amministrazione di Atm si è già espresso favorevolmente. Oltre a Monguzzi, ecco Legambiente: «Quanti soldi Atm è disposta a spendere, magari tagliando corse e servizi, per non perdere la gara del 2018? Togliere dalle casse comunali 69 milioni (64,5 ndr) per evitare un competitor in casa ad Atm per la futura gara per il trasporto locale è un costo eccessivo e dimostra la debolezza competitiva di Atm. La baruffa tra Fs e Atm evidenzia le caratteristiche sbagliate del project financing adottato per realizzare la M5. Secondo la prassi il capo progetto e mandatario, Astaldi, doveva accollarsi per almeno 10 anni il rischio di eventuali errori nella costruzione dell’opera. Astaldi invece ha avuto la possibilità di sfilarsi dall’azionariato dopo due anni. L’ente pubblico, il Comune, si è così fatto carico di tutti i rischi». Parole di Dario Balotta, responsabile Trasporti di Legambiente. «Con l’acquisto del 36,7% perdono entrambi i contendenti, Atm e Fs. Toglieranno le castagne dal fuoco ad Astaldi, che si sarebbe dovuta accollare tutti i rischi, compresa l’usura degli 800 metri di curva in galleria tra le stazioni di Zara e di Garibaldi». Oggi sarà il giorno della verità: il Consiglio comunale dovrà esprimersi in favore o contro l’esercizio della prelazione da parte di Atm. Il dissenso di Monguzzi racconta di una spaccatura nel Pd. Ma in aula i voti a favore della prelazione dovrebbero superare quelli contro.

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