Milano, incidente in azienda di metalli. Sei operai intossicati: 3 morti, 1 grave/ FOTO

Azienda sotto sequestro: forse la causa è l'azoto. Cordoglio da Cgil e Fiom: "Tragedie che non dovrebbero mai accadere"

Uno degli intossicati viene portato in ambulanza (Newpress)

Uno degli intossicati viene portato in ambulanza (Newpress)

Milano, 16 gennaio 2018 - Gravissimo incidente sul lavoro a Milano, alla Lamina Spa, un'azienda di lavorazione di metalli in via Rho, zona Greco, vicino al Naviglio Martesana. Sei persone sono rimaste intossicate, tre delle quali sono morte. L'Areu ha mandato sul posto cinque ambulanze e quattro auto mediche. Il 43 enne Marco Santamaria si è spento al San Raffaele; al Sacco è invece deceduto Giuseppe Setzu, 59 anni; dopo l'agonia è spirato anche Arrigo Barbieri, di 58 anni, inutili i tentativi di rianimarlo al San Gerardo di Monza. Rimane gravissimo al San Raffaele Giancarlo Barbieri di 62 anni, fratello maggiore di Arrigo. I due ricoverati in codice in giallo al Santa Rita sono Alfonso Giocondo, 48 anni e Giampiero Costantino di 45. 

L'azienda ha un forno che si trova a due metri sotto il livello stradale, è utilizzato per la fusione di materiale ad altissime temperature. Oggi pomeriggio i quattro operai - Marco Santamaria, Giuseppe Setzu, Arrigo Barbieri e Giancarlo Barbieri - avevano il compito di occuparsi della manutenzione ma poco dopo aver iniziato il lavoro, restando all'esterno del forno, sono stati avvolti dalle esalazioni tossiche. Erano le 16.50, altri due dipendenti - Alfonso Giocondo e Costantino Giampiero di 45 - si sono accorti di cosa stava accadendo e hanno dato l'allarme dopo aver tentato di aiutare i colleghi. Sono i due ricoverati in condizioni meno gravi alla clinica Città Studi. Quando i paramedici del 118 sono arrivati sul posto la situazione era già al limite. Tutti e quattro gli operai erano in arresto cardiaco e così sono stati trasportati d'urgenza in diversi ospedali tra Milano e Monza. Per tre di loro non c'è stato nulla da fare, l'esposizione al gas nocivo è stata troppo prolungata, sono morti poco dopo l'arrivo in ospedale. Un capo squadra dei pompieri, tra i primi a prestare soccorso, è stato accompagnato al Niguarda per una forma lieve di intossicazione ma il quadro clinico non è preoccupante.

Le cause dell'incidente sono ancora in via di accertamento, chi era lì parla di "un'operazione di routine" e non riesce a spiegarsi cosa sia andato storto.  "Due operai sono entrati e non uscivano - ha spiegato un collega fuori dalla fabbrica di via Rho, strada che la Polizia locale ha chiuso al traffico - e a quel punto altri due sono scesi per vedere che cosa stava succedendo". Tutti e quattro, secondo una prima ricostruzione, sono svenuti. "Un mio collega ha gridato perché ha visto un uomo a terra. Io, seguendo la procedura, sono uscito fuori per aspettare i soccorsi. I primi sono arrivati dopo tanto tempo, almeno mezz'ora", ha raccontato P.A., uno degli operai della Lamina. E ha aggiunto: "Sono in questa azienda da 28 anni e non è mai successo nulla. L'azienda è sempre stata attenta alla salute, non capisco come sia potuto accadere. Un mese fa hanno fatto anche i controlli ai sensori. Ma oggi non è suonato nessun allarme. Il nostro titolare è molto attento alla sicurezza. Se qualcuno non indossa le protezioni prende un euro di multa che poi va in beneficenza". Le campane in cui è avvenuto l'incidente, ha spiegato l'operaio, sono larghe due metri e alte circa quattro.

I carabinieri della compagnia Milano Porta Monforte lavorano per capire se si sia trattato di un errore umano o del malfunzionamento di qualche strumento. Anche i tecnici dell'Ast stanno verificando che tutte le norme per la sicurezza siano state rispettate. Sul posto sono arrivati anche il pm Gaetano Ruta e l'aggiunto Tiziana Siciliano.  L'azienda è stata sottoposta a sequestro. Secondo quanto appreso non e' stato rilevato monossido di carbonio all'interno dei locali. Nel processo di lavorazione viene tuttavia utilizzato l'azoto, che potrebbe essere il gas che ha causato l'incidente. Ulteriori accertamenti verrano svolti domattina dai carabinieri che seguono il caso. La Lamina è una ditta che dal 1949 è specializzata nella "produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio". Sul sito della società si legge che il 50 per cento della produzione di «inossidabili incruditi» è esportata a livello europeo e che tra gli strumenti in dotazione c'è un "forno di ricottura Ebner".  

CORDOGLIO E REAZIONI - Immediato il cordoglio e le reazioni dal mondo politico. "Esprimiamo profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie degli operai vittime del grave incidente che si è verificato oggi a Milano", si legge in una nota della Cgil e della Fiom.  "Ci auguriamo - aggiunge la nota - che gli organi competenti possano, nel più breve tempo possibile, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità, ma è indubbio che la tragicità dell`evento non possa non porre grandi  interrogativi sul rispetto delle misure di sicurezza previste per il tipo di lavorazione. Un altro gravissimo infortunio sul lavoro ripropone la drammaticità del fenomeno nel nostro Paese, che - sottolineano Cgil e Fiom - in questo ultimo anno ha registrato una pericolosa inversione di tendenza". 

"Terribile l'incidente sul lavoro di Milano. Un pensiero commosso alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie", ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Terribile l'incidente sul lavoro di Milano. Un pensiero commosso alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie.

— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 16 gennaio 2018

Lo stesso ha fatto il sindaco di Milano, Beppe Sala: "Seguo con attenzione e con apprensione quanto e' accaduto nella ditta di via Rho. Il mio pensiero va agli operai che hanno perso la vita mentre erano al lavoro e alle loro famiglie. Un abbraccio a chi sta lottando per farcela. Queste sono tragedie che non dovrebbero mai accadere".

"Il pensiero in questo momento è rivolto agli operai rimasti coinvolti in questo ennesimo infortunio sul lavoro e alle loro famiglie, a cui ci stringiamo, convivendone l'apprensione e il dolore - ha detto Camilla Fabbri, senatrice del Pd - . La morte di due lavoratori e il ferimento di altri quattro, alcuni dei quali sarebbero ricoverati in gravi condizioni, presso l'azienda Lamina, a Milano, a causa pare di una intossicazione per l'esalazione di vapori tossici, conferma l'esistenza nel nostro Paese di una grave emergenza: quella degli infortuni e dei decessi sul lavoro. Per questo dobbiamo continuare l'impegno per la sicurezza e la prevenzione".  La Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan e l'assessore comunale al Welfare, Pierfrancesco Majorino hanno commentato: "Non si può morire sul lavoro. E non si può morire a Milano, sul lavoro. Grande dolore e vicinanza". L'incidente sul lavoro che si è verificato nella ditta di Milano "è una tragedia terribile che non dovrebbe mai verificarsi", ha scritto in una nota il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. "La legislazione italiana sulla sicurezza nei luoghi di lavoro - ha prsoeguito Poletti - è considerata una buona legislazione e il sistema dei controlli interviene su 200.000 imprese ogni anno. Serve, però, anche un impegno permanente di tutti i soggetti interessati ed una peculiare attenzione da parte degli imprenditori ". Un commento anche dal responsabile dell'Ufficio pastorale del lavoro della Diocesi di Milano, Walter Magnoni: "Colpisce che nella città dell'innovazione accadano ancora questi incidenti di cui sono vittime anche lavoratori di una certa esperienza". 

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