Dionigi Tettamanzi, l'arcivescovo intellettuale dalla parte degli umili

Cardinale e arcivescovo di Milano per nove anni, dall'11 luglio 2002 al 28 giugno 2011, ha saputo unire la sua attività pastorale a un ruolo di intellettuale di spicco

L'avvicendamento

L'avvicendamento

Milano, 4 agosto 2017 - Nato a Renate, in provincia di Monza e Brianza, il 14 marzo 1934, Dionigi Tettamanzi non è stato solo cardinale e arcivescovo di Milano per nove anni, dall'11 luglio 2002 al 28 giugno 2011, ma anche una figura che ha saputo unire la sua attività pastorale ad un ruolo di intellettuale di spicco in ambito teologico, attivo nel dibattito pubblico. Molto stimato in Vaticano, dove ha ricoperto numerosi ruoli di consulenza e collaborazione, ha partecipato nel corso della sua lunga carriera ecclesiastica ad incontri, convegni, corsi di aggiornamento teologico-pastorali per sacerdoti e laici in Italia e all'estero e collaborato con L'Osservatore Romano e Avvenire.  

Tettamanzi ha dedicato una parte importante della sua esistenza all'insegnamento e all'attività accademica di materie teologiche, approfondendo soprattutto le questioni di morale fondamentale e di morale speciale, con una preferenza per temi come il matrimonio, la famiglia, la sessualità e la bioetica. Il suo insegnamento - si legge sul sito Internet del Vaticano - è stato caratterizzato "da limpidità di pensiero, semplicità incisiva dell'esposizione, fedeltà gioiosa e convinta al Magistero della Chiesa e spiccato spirito pastorale".

 È stato ordinato sacerdote nel 1957 da Giovanni Battista Montini, allora arcivescovo di Milano e futuro papa Paolo VI, prima del dottorato in Sacra Teologia presso la Pontificia università gregoriana.  Per dieci anni, dal 1979 al 1989, è stato consulente ecclesiastico della Confederazione italiana dei Consultori familiari di ispirazione cristiana; per l'Oari, il Movimento per una pastorale di comunione e speranza per l'uomo che soffre, è stato prima responsabile culturale, poi presidente; è stato anche assistente ecclesiastico dell'Associazione Medici cattolici italiani. 

Nel 1987 Tettamanzi fu chiamato dalla Sacra Congregazione per l'Educazione cattolica a reggere il Pontificio seminario lombardo. In quegli anni tenne anche un corso di morale presso la Pontificia Università Gregoriana. Nel 1989 entrò, su chiamata della Cei, nel Consiglio d'amministrazione del quotidiano "Avvenire" con il ruolo di presidente. Nello stesso anno fu eletto Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo e nel giugno 1990 venne eletto Presidente della Commissione Episcopale della CEI per la famiglia.  Il 14 marzo 1991 venne nominato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana ed il 6 aprile dello stesso anno rinunciò al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Ancona-Osimo. Quattro anni dopo, viene nominato da Giovanni Paolo II Arcivescovo metropolita di Genova e nello stesso anno vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.  

Diventò Arcivescovo di Milano nel 2002, succedendo a Carlo Maria Martini. Nel dicembre 2008, in piena crisi economica, promosse il "Fondo famiglia-lavoro" per aiutare chi ha perso l'occupazione, attraverso un fondo avviato con un milione di euro e che con gli anni - l'iniziativa è tuttora attiva - è cresciuto. L'anno successivo fu l'obiettivo degli attacchi della Lega Nord per le sue critiche alla campagna di sgombero contro i rom e i suoi appelli al "solidarismo ambrosiano".  Nel corso degli anni, Tettamanzi ha ricoperto numerosi incarichi come esperto di nomina pontificia in diversi Sinodi dei vescovi, come quello sulla famiglia e sui laici e presso la Santa Sede come Consultore. Indicato come possibile nuovo Pontefice durante gli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II, ha partecipato al conclave dell'aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI e al conclave del marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco.  Tra i suoi lavori: "Verità e libertà. Temi e prospettive di morale cristiana"; "Bioetica. Difendere le frontiere sulla vita"; "Lo sguardo di Cristo". Dell`ottobre 2000 è il volume "Nuova bioetica cristiana".  

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