Coronavirus, boom di malati: esposto all'Ordine dei medici

La società di call center Almaviva chiede controlli sui certificati

Un’operatrice del call center al lavoro

Un’operatrice del call center al lavoro

Milano, 12 marzo 2020 - Un esposto all’Ordine dei medici di Milano, con la richiesta di "disporre i necessari controlli e adottare i relativi provvedimenti" dopo un numero "anomalo" di dipendenti in malattia nei giorni della diffusione del coronavirus. Nero su bianco anche l’elenco dei medici che hanno firmato i certificati, con tra le righe il sospetto che si tratti di false attestazioni. Il provvedimento preso dalla sede milanese della società di call center Almaviva, che ha scatenato le proteste dei lavoratori, si inserisce in uno scenario in controtendenza nella crisi lavorativa dovuta all’emergenza sanitaria. Mentre gran parte delle attività si sono fermate o hanno rallentato – lasciando a casa lavoratori in alcuni casi anche con “false malattie” – nei call center si continua a lavorare regolarmente. Non hanno bisogno, quindi, di “alleggerirsi” del personale. Dopo la chiusura delle scuole, si legge nell’esposto di Almaviva all’Ordine, "la società ha ricevuto un numero cospicuo di certificati medici". Numero ritenuto "anomalo", anche perché "trattasi di certificazioni emesse in favore di personale non proveniente da aree a rischio epidemiologico poste in quarantena", cioè la prima “zona rossa” nel Lodigiano

Chiede quindi all’Ordine di vigilare "affinché vengano rigorosamente rispettate le normative vigenti" anche perché Almaviva è impegnata in "servizi pubblici essenziali molto sensibili nell’attuale contesto". La rete AlmaWorkers bolla il provvedimento come una "intimidazione e un atto irresponsabile e moralmente discutibile". Gli operatori continuano a lavorare nella sede, nonostante le richieste di accedere allo smart working. E lunedì, a Milano, hanno scioperato per due ore per ottenere la possibilità di lavorare da casa i dipendenti ex Ilva assorbiti da Arcelor Mittal. "Le attività che non si possono svolgere in smart working vanno subito sospese", spiega il segretario generale della Fim Cisl di Milano Christian Gambarelli.  

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