Milano, tre marocchini e una suite prenotata: l’incubo attentato sul Capodanno

Uno è legato a un integralista Isis. Nell’hotel c’era una festa

Le unità antiterrorismo dei Carabinieri

Le unità antiterrorismo dei Carabinieri

Milano, 9 gennaio 2017 - Una festa per cinquemila invitati in un albergo di lusso. La notte di Capodanno. Tre marocchini svaniti nel nulla dopo aver prenotato una suite da 600 euro. E l’incubo di un attentato di matrice jihadista per fortuna rientrato nel giro di poche ore.

Una vicenda ancora da ricostruire fino in fondo che ha fatto comunque scattare a Milano uno degli allarmi terrorismo più seri degli ultimi anni. Tutto inizia il giorno di Natale, quando alla reception di un quattro stelle in zona Stephenson, a due passi dall’area che nel 2015 ha ospitato i padiglioni dell’Esposizione universale, si presentano tre uomini, tutti probabilmente di origine marocchina: vogliono prenotare una camera per tre notti a cavallo dell’ultimo dell’anno, ma gli addetti dell’albergo spiegano loro che la struttura ricettiva è al completo per ospitare le persone che parteciperanno al veglione con dj set in programma in un altro hotel della zona. L’unica possibilità che resta ai tre è ripiegare sulle camere riservate ai clienti delle piattaforme di prenotazione on line. E in effetti la stanza (non sempre la stessa, due da 95 euro e una da 600) viene bloccata proprio via web l’indomani. Peccato che da quel giorno il gruppo non dia più segni di vita.

Un’assenza che insospettisce il titolare dell’hotel, considerato che i tre uomini hanno di fatto perso gli 800 euro spesi per la prenotazione senza pernottare nemmeno per una notte. Così, nel tardo pomeriggio del 31, il proprietario del quattro stelle chiama il 112 per segnalare l’anomalia. Sul posto arrivano i carabinieri in borghese, che controllano i presenti (2mila alla fine): a cominciare dalla dozzina di cittadini di origine araba invitati alla festa, tutti risultati completamente estranei. In quelle ore, i reparti speciali dell’Arma, le Api e le Sos create ad hoc dopo l’assalto al Bataclan di Parigi, sono pronti a entrare in azione in qualunque momento. Per fortuna non ce ne sarà bisogno.

Scongiurata la minaccia più grave e immediata, quella di un attacco terroristico, gli investigatori del Nucleo informativo di via Moscova e del Ros continuano gli approfondimenti sui tre misteriosi personaggi. Anche perché il nome inserito nella prenotazione corrisponde a quello di un marocchino incensurato, residente in una Regione del Centro Italia, che in passato avrebbe avuto dei contatti con un connazionale arrestato in Francia nel 2016 perché fortemente sospettato di essere affiliato all’Isis. Di più: c’è anche un recapito telefonico, di fatto in uso a quella persona ma in teoria associato al nome di un pakistano mai esistito. Il segnale di quel telefono, su coordinamento del Comando generale a Roma (avvisati tempestivamente pure Antiterrorismo della Digos e Servizi), viene seguito dai carabinieri competenti nel territorio in cui il nordafricano dimora abitualmente, ma le ricerche non danno esito. Le indagini, comunque, sono ancora in corso. Una relazione sull’accaduto è già sul tavolo del procuratore aggiunto Alberto Nobili.

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