Avvocatessa trovata senza testa, l'ombra dell'orso sulla fine di Corinne

L'ipotesi in Val Poschiavo: l'orso M25 si avvicina all'uomo. E' stato avvistato in un recinto dove ha sbranato tre pecore. Secondo i valligiani potrebbe anche aver fatto scempio del corpo già senza vita di Cosima Corinne Schütterle di Bruna Bianchi

Corinne Schuetterle

Corinne Schuetterle

Milano, 15 agosto 2014 - Il trenino rosso Glacier Express deragliato l’altro giorno per colpa di una frana, non è riuscito a distogliere i pensieri da quel cadavere senza testa trovato nei boschi della Val Poschiavo. Sono ancora scossi e dubbiosi gli svizzeri che vivono a ridosso della catena delle Alpi Retiche occidentali, a distanza di 20 giorni dal ritrovamento del corpo dell’avvocatessa di origine tedesca Cosima Corinne Schütterle finita a morire misteriosamente in un bosco sotto la cima del Bernina. Quando il gestore del ristorante che andava per funghi si è imbattuto per caso in quel corpo, ha visto anche lunghi capelli sul terreno. Non erano però attaccati alla testa. 

Cosima Schütterle, studio legale a Milano e una carriera prestigiosa come fiscalista internazionale, era scomparsa l’11 giugno mattina dall’hotel Edelweiss di Resia in Alto Adige, con i suoi due cani Penny e Amadeus. Quella radura era piena di sassi e alberi fitti, appena fuori da un bosco distante dalla strada principale in località La Moglia, poco sopra l’abitato di San Carlo, a 1100 metri di quota, ma non tanto dal luogo dove poi è stata ritrovata la sua Toyota, in zona Colonc, sempre poco dopo il centro abitato di San Carlo. Meno di due chilometri di cammino e soli 50 metri di dislivello separavano la salvezza della donna, ma secondo l’autopsia effettuata dai medici legali del Canton Grigioni, Cosima Schütterle è stata bloccata fino alla morte per stenti da una frattura importante a una gamba. Lo scempio del corpo? «Animali selvatici». In valle il dubbio resta: troppo strano che volpi o il rapace gipeto abbiano potuto staccare i capelli dal cranio e farlo trovare a un chilometro di distanza, staccare braccio e petto e non farli trovare più: solo M25 poteva essere capace di tanto.

Lunedì scorso l’orso monitorato da un collare-radio ha usato la furbizia di una volpe. Appena vistisi sbranare tre pecore in quota, gli allevatori hanno deciso di riportare il resto del gregge a valle, scendendo per la strada carreggiabile. M25 li ha seguiti senza farsi accorgere, ha atteso che le pecore fossero riunite nel recinto fisso alto 1.2 metri , poi ha saltato la rete per scegliersi il pranzo. Per sua sfortuna è stato notato da due donne che hanno avvertito il guardacaccia e l’orso disturbato è fuggito via. Il sistema di localizzazione ha constatato che M25 è ritornato in quota. A pensarci bene, i valligiani ricordano altri cadaveri di scomparsi trovati decomposti, ma mai smembrati. E sospettano che M25 sia capace di tanto e forse di più. E ricordano che anche a giugno l’orso era in Val Poschiavo. Lo scorso anno l’orso M13, che era sceso fino alla scuola elementare di San Carlo un’ora prima dell’arrivo del bus coi bimbi, era stato abbattuto al risveglio dal letargo tra mille polemiche Italia-Svizzera. 

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