Mantova, alcol e telefonino in una cella del carcere

Si tratta di quanto trovato domenica sera gli agenti in servizio nella casa circondariale

Carcere (foto di repertorio)

Carcere (foto di repertorio)

Mantova, 27 febbraio 2017 - Alcol e telefono cellulare trovati in una cella del carcere di Mantova. E' la denuncia del Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. A distanza di tre mesi da un analogo rinvenimento, domenica sera gli agenti in servizio nella casa circondariale di Mantova hanno trovato un telefonino in una cella occupata da detenuti rom. Sequestrato anche dell'alcool. "Ai poliziotti penitenziari del carcere di Mantova va il nostro apprezzamento per l'importante operazione di servizio che ha permesso il rinvenimento del telefono cellulare e dell'alcool, entrambi assolutamente vietati", ha commentato Alfonso Greco, segretario regionale Sappe per la Lombardia. Secondo i numeri del sindacato, nel 2016 in Italia ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti.

"Da parte nostra - ha continuato Greco - rinnoviamo l'invito al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di dotare i reparti di polizia penitenziaria della adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l'indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani". Il Sappe evidenzia che, nel corso del 2016, nel carcere di Mantova si sono verificati 7 episodi di autolesionismo, il tentato suicidio di un detenuto sventato in tempo dalla penitenziaria, 15 colluttazioni e 7 ferimenti. Donato Capece, segretario generale del Sappe, in un comunicato chiede ai vertici dell'amministrazione penitenziaria "interventi immediati come la 'schermatura' degli istituti penitenziari per neutralizzare l'uso illecito utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e la dotazione di appositi rilevatori di telefoni cellulari". Capece denuncia la "gravità costante della situazione penitenziaria. Ogni 9 giorni - spiega il segretario generale del Sappe - un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del corpo di polizia penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all'ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il corpo di polizia penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7mila agenti". Concludono i sindacalisti del Sappe: "Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati gli eventi critici in carcere. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto".