EcoAdda chiede il dissequestro della discarica

Per tornare a conferire rifiuti ed effettuare operazioni urgenti di bonfifica della falda acquifera

I cancelli dell'impianto di Cavenago

I cancelli dell'impianto di Cavenago

Cavenago d'Adda, 8 aprile 2016 - L'EcoAdda, società in liquidazione, partecipata al 70% da Waste Italia, ha chiesto al Tribunale di Lodi il dissequestro della discarica di Cavenago d’Adda per tornare a conferire rifiuti ed effettuare operazioni urgenti di bonifica della falda acquifera. La Procura di Lodi si è opposta. Il pm Emma Vittorio, infatti, ha chiesto ai giudici di concedere il dissequestro temporaneo della discarica provinciale solo per effettuare gli interventi di manutenzione straordinaria sulla struttura chiusa dal Corpo Forestale dal 12 marzo 2015. Intanto proseguono le indagini sull’impianto di proprietà della società EcoAdda srl. Rifiuti non autorizzati sarebbero stati conferiti nella discarica di Cavenago d’Adda attraverso bolle d’accompagnamento false, una situazione che avrebbe anche inquinato le acque sottostanti.

Nel registro degli indagati sono finiti i tre responsabili della società, Giuseppe Chirico, 56 anni, Massimo Cozzi, 52 anni, e Michele Carta Mantiglia, 56 anni, ai quali sono contestati i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, atto falso e danneggiamento di acque pubbliche sotterranee. La denuncia/querela depositata da Mario Forti, presidente del comitato "No ampliamento discarica", il 28 gennaio 2014. Nel testo erano state esposte le perplessità sull’eventuale presenza di rifiuti pericolosi. Da lì poi le indagini. Secondo l’accusa, nell’impianto di Soltarico, frazione di Cavenago d’Adda, si sarebbero effettuate senza una specifica autorizzazione, attività di smaltimento di rifiuti diversi da quelli per i quali la discarica aveva i permessi.