Caso Uggetti, quando il dirigente minimizzava: "Forse hai frainteso il sindaco"

Giuseppe Demuro è il quarto indagato per turbativa d’asta del bando per la gestione delle piscine estive comunali di Lodi di CARLO D'ELIA

Palazzo Broletto

Palazzo Broletto

Lodi, 11 maggio 2016 - Il dirigente d’area del Comune Giuseppe Demuro è il quarto indagato per turbativa d’asta del bando per la gestione delle piscine estive comunali. Nato a Irsina, piccolo Comune in provincia di Matera, laureato in giurisprudenza all’Università di Bari, è dirigente a Palazzo Broletto dal 2005, dopo aver passato quasi nove anni (dal 1996 al 2005) negli uffici della neonata Provincia di Lodi. Demuro è stato iscritto nel registro degli indagati come responsabile unico del procedimento del bando di gara, finito sotto inchiesta dalle Fiamme gialle e dalla Procura, dopo che la funzionaria Caterina Uggè, che aveva segnalato le irregolarità alle forze dell’ordine, aveva lasciato l’incarico. E proprio dal racconto della funzionaria comunale negli uffici giudiziari, ripreso in parte anche nell’ordinanza d’arresto del gip Isabella Ciriaco che ha fatto scattare le manette una settimana fa nei confronti del sindaco Simone Uggetti e dell’avvocato Cristiano Marini, consigliere della Sporting Lodi, emergono alcuni dettagli che Demuro sarà chiamato a chiarire durante l’interrogatorio di sabato davanti al pm Laura Siani.

E' il 29 febbraio 2016 e la Uggè viene invitata dal sindaco nel suo ufficio. E lì, a sorpresa, si trova davanti anche l’avvocato Marini, mentre erano al lavoro per rivedere alcuni aspetti del bando. Qualche giorno più tardi la funzionaria si rivolge al dirigente Giuseppe Demuro per raccontare quello che aveva visto. "Quest’ultimo, dal canto suo, dopo aver ammesso che evidentemente il sindaco aveva perso la bussola, nelle successive occasioni di incontro con la Uggè – scrive nell’ordinanza il gip di Lodi – tenta di ridimensionare l’accaduto, dicendole che probabilmente aveva anche frainteso le intenzioni del sindaco, giustificando come certamente casuale la presenza di Marini, persona in ogni caso di massima fiducia". "Sebbene Demuro – prosegue il gip – avesse convenuto con la Uggè che il modo di procedere del sindaco non fosse regolare, aveva cercato di tranquillizzarla invitandola a rivedere le sue decisione e a sottoscrivere la bozza del bando corretto di suo pugno con ulteriori osservazioni del sindaco, giustificandone i contenuti. Il 7 marzo 2016, all’esito di un nuovo incontro avuto con Demuro, il quale la invitava a modificare ulteriormente alcuni passaggi del bando, la Uggè formalizzava al proprio dirigente la volontà di non essere più responsabile del procedimento e il bando veniva sottoscritto dal Demuro".