Capotreno ferito da straniero, controlli su un altro giovane

Santo Stefano Lodigiano, il nordafricano non è in stato di fermo

Un treno pendolari

Un treno pendolari

Santo Stefano Lodigiano, 22 luglio 2017 -  È caccia all’uomo nel Lodigiano (e non solo) per trovare l’aggressore del capotreno Davide Feltri, 45 anni, residente nel Pavese, avvenuto mercoledì mattina sul treno Piacenza-Milano Greco Pirelli, all’altezza della stazione di Santo Stefano Lodigiano. Dopo il sospetto fermato qualche ora dopo l’aggressione alla stazione di Lodi, poi subito rilasciato in attesa del test genetico, ieri mattina alla stazione di Codogno è stato rintracciato un altro giovane africano sui vent’anni, corrispondente alla descrizione fornita da Feltri. A segnalare l’uomo sospetto è stato un ferroviere che si trovava in quel momento sulla stessa tratta dove è stato ferito il capotreno.

La tensione sui convogli regionali, soprattutto nella tratta Piacenza-Milano, è alle stelle. Come il ragazzo dell’identikit è molto alto e magro e ha i capelli raccolti in dreadlocks, abbigliamento simile a quello dell’aggressore segnalato da Feltri e confermato da alcuni pendolari presenti in quel momento sul treno regionale. Il giovane, nordafricano, senza fissa dimora, è stato individuato dai carabinieri nella stazione di Codogno e portato nella caserma dei carabinieri per gli accertamenti, ma allo stato attuale non è in stato di fermo. Anche in questo caso è stato disposto il test del Dna, che verrà confrontato con i rilievi fatti nel vestibolo del treno dove è avvenuta l’aggressione e con le tracce ematiche rilevate sul coltello. Dalla Procura di Lodi hanno assicurato che sono in corso tutti gli accertamenti, ma che non ci sarebbero elementi sufficienti per suffragare la tesi che sia lui l’aggressore che ha sferrato una coltellata al capotreno, trapassandogli una mano.

Il pm Alessia Menegazzo, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni aggravate (che potrebbe diventare tentato omicidio appena chiarita la vicenda) sta attendendo gli esiti degli esami disposti a un laboratorio milanese. Si tratta di elementi che saranno fondamentali per chiarire la posizione dei due immigrati, finora unici sospettati. Oltre al Dna, al momento, l’unico elemento utile è la descrizione dell’aggressore fornita dal capotreno. Si tratterebbe di un giovane africano di età sui 25-30 anni, alto 180 centimetri, magro, con treccine e una maglietta rossa. Non sono d’aiuto, invece, i fotogrammi raccolti dalle forze dell’ordine dalle telecamere delle stazioni di Piacenza e Santo Stefano. Nelle immagini sgranate si vedrebbe solo un uomo in fuga, ma senza la possibilità di poterne riconoscere il volto. Questura, carabinieri e procura si tengono in stretto contatto e le indagini proseguono.

L’accoltellamento è avvenuto intorno alle 7.16 di mercoledì, nel momento il cui il convoglio stava decelerando per entrare nel piccolo scalo di Santo Stefano Lodigiano. In quel momento erano ancora pochi i passeggeri a bordo. Tra loro, il capotreno aveva notato un ragazzo di colore, alto e magrissimo, in jeans: gli girava le spalle e aveva un atteggiamento sfuggente. Il controllore ha esclamato: «E tu cosa fai qui?», poi la richiesta del biglietto. Neppure il tempo di rendersene conto ed è stato aggredito. Per fortuna, ha avuto solo il riflesso spontaneo di proteggersi l’addome con la mano destra, trafitta dal coltello, fra pollice e indice. Lo straniero è fuggito tirando la leva piombata che sblocca le porte, scappando sui i binari e perdendosi nei campi.