"Via 25 euro a sorpresa dal conto": una correntista del Banco non ci sta

Lodi, la protesta della sindacalista in pensione Rosa Gavina

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Lodi, 29 gennaio 2017 - «Lo stato ha già usato soldi pubblici, quindi dei contribuenti, per il salvataggio delle banche. Perché io ora, come cittadina, devo dare 25 euro al Banco Popolare (ex Banca Popolare di Lodi) per lo stesso motivo? Perché devo pagare 2 volte?». Rosa Gavina, ex sindacalista oggi in pensione, nel rivolgersi al Banco Popolare per chiudere un proprio conto corrente, ormai inutilizzato, ha scoperto di essere in debito di 25 euro. «Ero sorpresa perché sapevo che quel conto era a zero spese, per cui non avrei dovuto nulla – aggiunge –. Quando ho chiesto spiegazioni all’istituto di credito mi hanno detto che Bp ha deciso di rivalersi sui correntisti per i soldi che ha dovuto versare al fondo istituito da Bankitalia per il salvataggio delle banche (Etruria, delle Marche e le Casse di risparmio di Ferrara e della Provincia di Chieti, ndr).

Dicono che hanno preavvisato del ‘prelievo’ dai conti correnti, avvenuto il 31 dicembre, con una lettera che dava il diritto di recesso. Ma io non ho mai ricevuto alcuna comunicazione. Tra l’altro, come sanno, il mio servizio di banca online non ha mai funzionato, sarei dovuta tornare a resettare il tutto ma, essendo intenzionata a chiudere il conto, alla fine, non l’ho fatto. Per cui ero all’oscuro di questo ‘prelievo’. Di sicuro non intendo pagare». Gavina ricorda anche i ‘trascorsi’: «Il Governo Amato prelevò direttamente un importo (il 6 per mille, ndr) dai nostri conti nel 1992, anche se lo scopo, almeno, era sanare la finanza pubblica. Poi ci fu Fiorani, con indebiti rincari spese dai conti dei clienti. Ora Bp ha dovuto versare 150 milioni di euro al Fondo salvabanche e si rifà su di noi; so che ha fatto lo stesso Ubi banca ma chiedendo ‘solo’ 12,50 euro, non 25 (Unicredit, invece, ha aumentato i costi di alcune tipologie di conti, motivandolo anche con altre cause, ndr)».

Il Banco Popolare afferma di non avere i dati di quanti clienti abbiano esercitato il diritto di recesso o di quanto incassato, ma sottolinea di aver avvertito «per tempo» e «rispettando la normativa di legge» i correntisti, «con una comunicazione specifica, chiara e tempestiva in modo che avessero tutto il tempo per esercitare i loro diritti». L’addebito è stato effettuato «con le spese di liquidazione al 31 dicembre». Bp specifica si è trattato di una «manovra un tantum», non permanente, «collegata alla costituzione del Fondo Nazionale di Risoluzione (Fnr) per le banche previsto dalla normativa europea e istituito nel 2015». «Invito tutti i correntisti a controllare il proprio conto e a dire com’è giustificata, nell’estratto, la voce del prelievo, nonché a rendere noto se, come me, non hanno avuto alcuna comunicazione» conclude Gavina.