Lastre di amianto sui tetti dell’ex Cetem: lavori di rimozione a una ditta lucana

Sarà l’impresa Fratelli La Rocca srl di Muro Lucano, in provincia di Potenza, a realizzare i lavori di rimozione e smaltimento di circa 9mila metri quadrati di amianto

Il commissario Mariano Savastano, 52 anni, scruta la distesa di amianto nell’area dell’ex Cetem

Il commissario Mariano Savastano, 52 anni, scruta la distesa di amianto nell’area dell’ex Cetem

Lodi, 7 dicembre 2016 - Affidati i lavori di smaltimento per la rimozione dell’amianto dalla ex Cetem. Sarà l’impresa Fratelli La Rocca srl di Muro Lucano, in provincia di Potenza, a realizzare i lavori di rimozione e smaltimento di circa 9mila metri quadrati di amianto dal tetto dell’area industriale di corso Mazzini. L’incarico è stato assegnato dal Broletto, su un totale di nove imprese invitate, hanno presentato offerta sette imprese, una delle quali è stata esclusa perché dopo aver ottenuto la sospensione della gara per poter integrare la documentazione non ha versato la prevista sanzione pecuniaria. L’aggiudicazione è stata effettuata secondo il criterio dell’offerta del minor prezzo rispetto alla base di gara: il ribasso offerto dall’impresa risultata aggiudicataria è stato pari al 33,72% su un importo lavori pari a 92mila euro. L’importo lavori finale a seguito dell’aggiudicazione ammonta pertanto a 61mila euro, a cui vanno aggiunti 39mila euro di oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso, per un totale di oltre 100mila euro al netto dell’Iva. L’intervento, che costerà alla fine circa 150mila euro, si concluderà a febbraio. «Dopo l’approvazione del 6 ottobre del progetto esecutivo – spiega il commissario Mariano Savastano –, l’aggiudicazione dei lavori segna un passaggio fondamentale nel percorso avviato per giungere alla definitiva soluzione. L’operazione di bonifica potrebbe concludersi entro febbraio 2017». Le modalità di rimozione del materiale verranno definite dal Piano di lavoro, che sarà sottoposto alla valutazione dell’Ats. L’ex Cetem era una fabbrica chiusa dagli anni Novanta con oltre 8mila metri quadrati di amianto sul tetto in uno stato di deterioramento del 10 per cento e che sorge a due passi dall’asilo nido dell’ex Fanciullezza inaugurato a gennaio 2015 e a pochi metri dalle abitazioni.

Tortuosa la storia: dopo il fallimento della fabbrica lo stabile di corso Mazzini era diventata di proprietà della Milanogest Immobiliare srl. Il Banco Popolare, vista l’insolvenza della srl, aveva pignorato l’immobile nel settembre 2015. Già nel 2011 i cittadini avevano però chiesto una verifica dello stato delle coperture in amianto. Nel 2012 la Milanogest aveva presentato una relazione in cui dichiara la presenza di amianto su 9.150 metri quadrati. Nel maggio 2013 l’Asl, rilevato l’elevato rischio a causa dello stato di degrado, chiese al Comune di emettere un’ordinanza sindacale: l’allora sindaco Simone Uggetti il 17 luglio 2013 aveva disposto la presentazione di un piano entro 30 giorni e l’avvio dei lavori entro 60. La Milanogest aveva fatto sapere, però, di non avere i soldi necessari per la bonifica e aveva chiesto proroghe. Il Comune gli negò l’ultima il 18 marzo 2014, dando come ultimatum la fine del mese. Poi, nessuna novità fino a novembre 2015, quando la segnalazione del Movimento 5 Stelle, culminata con un esposto alla Procura di Lodi, aveva lanciato l’allarme e sbloccato la situazione.