Corbetta, spara all'ex socio per vendetta: "Ti sei pentito, mi hai venduto, devi morire"

L'uomo si costituisce: "Ho ucciso un uomo". Ma lo ha solo ferito

Sparatoria a Corbetta (StudioSally)

Sparatoria a Corbetta (StudioSally)

Corbetta (Milano), 25 novembre 2015 - Un agguato. Due colpi d’arma da fuoco con un unico obiettivo: uccidere quello che, secondo lui, gli aveva fatto scontare tanti anni di galera. Ieri mattina Paolo Leone, residente a Sedriano, è entrato in auto nel cortile della ditta De Vecchi di via Milano a Corbetta. Ha aspettato l’arrivo della Crysler del rivale, ovvero Giuseppe Lombardo che stava accompagnando la moglie sul posto di lavoro, e ha sparato

Un proiettile lo ha preso di striscio, l’altro in pieno volto bucandogli la lingua. Quindi l’aggressore è scappato. Una fuga durata poco la sua. Perché, strada facendo, ha pensato bene di presentarsi al carcere di Opera e costituirsi. «Ho ammazzato un uomo a Corbetta», sono le sue parole. Convinto di avere assassinato Lombardo. Quest’ultimo è stato soccorso da un equipaggio della Croce Bianca di Sedriano e dall’equipe medica dell’elisoccorso. «Portatelo via, portatelo via!», urlava la moglie in preda alla disperazione. Lombardo era disteso a terra, dietro la sua auto. Parlava a fatica. Dopo averlo stabilizzato lo hanno trasferito, in codice rosso, al Niguarda di Milano. Le sue condizioni sono gravi. Ha riportato la frattura della prima vertebra cervicale, la lacerazione della lingua, la frattura del palato e del mascellare. Ferite anche al collo. Ieri mattina è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e ora si trova ricoverato in Neurorianimazione.

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I carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso hanno ricostruito la vicenda. I militari sono arrivati subito sul posto e hanno cominciato subito ad indagare sul possibile movente. Leone aveva pianificato tutto. Sapeva che tutte le mattine Lombardo portava la moglie alla ditta De Vecchi di via Milano, dove lavora come addetta alle pulizie. Ha raggiunto lo stabilimento a bordo della sua Y10 e ha aspettato l’arrivo del rivale. Quindi ha sparato accecato dall’odio. Una rabbia covata dentro per tanto tempo. Anni trascorsi in carcere.

 

«Ho sentito due colpi di pistola – ha detto il titolare della ditta De Vecchi – mi sono affacciato alla finestra e ho visto quell’uomo a terra. Inizialmente ho pensato ad un malore. Poi ho allertato subito il 118». Dalla ditta sono uscite alcune persone. Il numero di targa è stato recuperato e consegnato ai carabinieri che, ormai, erano alle calcagna di Paolo Leone. Finché lo stesso ha deciso di presentarsi spontaneamente al carcere di opera. Ora è accusato di tentato omicidio.

di GRAZIANO MASPERI