Magenta, tubercolosi al centro di prima accoglienza La Vincenzia

Il giovane con la Tbc è stato ricoverato all'ospedale di Legnano. Per gli altri 100 ospiti e i 15 operatori della struttura, sono scattati tutti gli accertanenti del caso. Nessun pericolo di contagio.

La Vincenziana di via Casati a Magenta

La Vincenziana di via Casati a Magenta

Magenta (Milano), 31 agosto 2017 - Sono buone le condizioni del migrante affetto da tubercolosi polmonare e ricoverato da alcuni giorni nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Legnano. I medici invitano alla calma e ipotizzano che abbia contratto il bacillo nel suo paese d'origine per poi essere diagnosticato al centro di prima accoglienza per migranti "La Vincenziana" di Magenta, a seguito delle attività di screening che vengono effettuate di routine, secondo le indicazioni regionali e le linee guide ministeriali. "Il paziente sta rispondendo bene alla terapia antibiotica e la sua situazione viene monitorata costantemente - assicurano i medici -.

Non vi è alcun emergenza contagio, né rischi per la comunità". Anche l’Agenzia di Tutela della Salute della città metropolitana di Milano (Ats) invita a non fomentare un inutile allarme sociale: "Non vi è nessun pericolo diffusione. Subito sono scattati i test a tappeto e i controlli di massa con chi è venuto a contatto con il giovane migrante. Abbiamo proceduto immediatamente con le attività di sorveglianza all'interno della struttura, sui 101 ospiti e sui 15 dipendenti. Sono stati tutti sottoposti uno per uno all'esame di Mantoux, ovvero alla prova in grado di rilevare se l’organismo sia venuto a contatto con il bacillo di Koch, responsabile della malattia".

La voce di un caso di Tbc polmonare sostenuta da ceppi resistenti era già girata lunedì all'ospedale vecchio di Legnano, quando erano arrivati i primi operatori e migranti da sottoporre agli accertamenti sull'eventuale presenza di microbatteri nel loro organismo, ma non vi erano state conferme da parte dell'Ats. Ieri invece l’ufficilità. Anche il sindaco di Magenta, Chiara Calati, sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione, con l'intenzione di effettuare personalmente un sopralluogo nella struttura. Ma ora prima di tutto è importante che sia davvero stato abbattuto qualsiasi rischio di diffusione, nonchè assicurare la corretta assunzione della terapia da parte dell'extracomunitario contagiato, anche dopo la sua dimissione dall’ospedale.