"Metastasi", mafia e politica: sette mesi dopo lo scandalo il clan finisce a processo

Tra loro nomi eccellenti della criminalità organizzata locale. Uno su tutti: Mario Trovato, 65 anni, ufficialmente residente a Marcedusa ma di fatto secondo gli inquirenti «reggente» in città del clan Coco. Trovato dopo l’arresto del fratello Franco, l’indiscusso boss che ora sta scontando in carcere tre ergastoli di Andrea Morleo

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Lecco, 3 novembre 2014 - Sette mesi dopo quei dieci arresti che il 2 aprile scorso scossero la città sollevando un inquietante velo su presunte connivenze tra criminalità organizzata e politica locale, l’inchiesta «Metastasi» della Dda di Milano approda in aula. Giovedì sette di quei dieci imputati - gli altri tre, Ernesto Palermo (ex consigliere comunale Pd a Lecco), Claudio Bongarzone e Alessandro Nania, hanno scelto la via del rito abbreviato – compariranno davanti al giudice Aurelio Barazzetta, presidente della Settima sezione penale del tribunale di Milano. Tra loro nomi eccellenti della criminalità organizzata locale. Uno su tutti: Mario Trovato, 65 anni, ufficialmente residente a Marcedusa (Calabria) ma di fatto secondo gli inquirenti «reggente» in città del clan Coco. Trovato dopo l’arresto (agosto 1992) del fratello Franco, l’indiscusso boss che ora sta scontando in carcere tre ergastoli.

Mario Trovato dovrà rispondere delle accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso e, a vario titolo, anche di estorsione e corruzione. I medesimi reati contestati ad Antonello Redaelli, 58 anni di Valmadrera; Saverio Lilliu, 50 anni residente a Ballabio, e titolare della società «Lido di Paré srl»; Antonino Romeo, 54 anni e Massimo Nasatti, 39 anni, entrambi residenti a Lecco. Con loro, tuttora detenuti in carcere dal 2 aprile scorso, compariranno in aula (ma a piede libero) l’ex sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi, 37 anni, al quale vengono contestati i reati di corruzione aggravata e turbativa d’asta e l’imprenditore Claudio Crotta, 48 anni, residente a Pescate, accusato a sua volta di corruzione aggravata. L’inchiesta condotta dai sostituti Bruna Albertini e Claudio Gittardi della Dda di Milano ruota attorno al bando per la gestione del Lido di Paré a Valmadrera, il locale che avrebbe dovuto sorgere sulle ceneri del «Pareo Beach» (guarda caso distrutto per due volte da altrettanti incendi dolosi).

Secondo i pm Marco Rusconi avrebbe ricevuto una «mazzetta» per favorire l’assegnazione alla società di Readaelli e Lilliu con l’aggravante di aver agevolato chi avrebbe in realtà tirato i fili di tutta l’operazione, Mario Trovato, considerato appunto a capo della «locale» lecchese legata all’ ’ndrangheta calabrese. L’altro personaggio chiave sarebbe proprio Ernesto Palermo, il «politico affiliato» come lo ha definito il pm Ilda Boccassini che, per via della stessa appartenenza politica, sarebbe stato l’intermediario tra gli «amici» (la società «Lido di Paré» affiliata al clan) e Marco Rusconi. Il processo che si aprirà giovedì si annuncia lungo e complesso con l’accusa che depositerà una lista di 52 testimoni tra cui anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, il presidente della Commissione urbanistica Alberto Invernizzi e l’ex assessore al Commercio del Comune di Valmadrera, Emilio Zangari. Oltre duecento (235 per l’esattezza) i testimoni che chiameranno le difese mentre il Comune di Lecco ha già annunciato che si costituirà parte civile.