Castello Brianza, le radici della mafia

Dopo la sentenza «Insubria», i dati sull’affiliazione alla criminalità

L’operazione «Insubria»

L’operazione «Insubria»

Castello Brianza (Lecco), 15 maggio 2016 - La mafia nel Lecchese ha antiche radici. La conferma dalla sentenza «Insubria». L’operazione che per la prima volta in assoluto in Italia venne filmato un rito di affiliazione alla criminalità organizzata: la cerimonia si è svolta a Castello, nel cuore della Brianza, non nella Locride. Gli accertamenti da parte dei magistrati della Dda milanese hanno permesso inoltre di individuare nuove «locali», prima di allora sconosciute. Praticamente quasi tutte le operazioni antimafia non solo in Lombardia ma in Italia hanno coinvolto e coinvolgono la provincia di Lecco che nei rapporti ministeriali sul fenomeno mafioso e sulla criminalità organizzata è ripetutamente citata. Secondo gli esperti del Viminale e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è una delle capitali italiane delle mafie con una sessantina di beni confiscati in tutto il territorio, decine e decine di arresti e una ventina di attività economiche controllate direttamente ‘ndranghetisti e picciotti vari. Peggio succede solo a Reggio Calabria e Milano, ma se si considerano solo bar e ristoranti la maglia nera spetta proprio alla zona che si estende tra il Lario e la Brianza, a ridosso dell’Adda.

«Nel settore della ristorazione e alberghiero il tasso più alto di concentrazione delle organizzazioni mafiose a livello nazionale è quello della provincia di Lecco», si legge in uno dei numerosi rapporti. E se prima si poteva parlare di infiltrazioni esterne, adesso il fenomeno pare ormai radicato. C’è poi stangata in Appello al processo Insubria che aveva portato all’arresto di una quarantina di persone ritenute affiliate alle locali di ‘ndrangheta. Nella sentenza il tribunale di Milano non solo ha confermato l’esistenza di un’associazione per delinquere di stampo mafioso ma ha addirittura aumentato le pene inflitte in primo grado ai 35 imputati. la condanna più severa, nove anni e quattro mesi, è toccata.