"Io, coperto d’infamia da innocente. L’errore dell’accusa mi ha distrutto"

Lecco, gli contestavano la pedopornografia. Ma era solo un omonimo

Gavino Cherchi (Sandonini)

Gavino Cherchi (Sandonini)

Dervio (Lecco), 19 luglio 2016 - La sua vita è stata distrutta dalla terribile accusa di utilizzare e diffondere materiale pedopornografico. Ma Gavino Cherchi di fatto era solo vittima di uno scambio di persona, perché il nome dell’uomo che avrebbe diffuso immagini osé con minori era uguale, al suo ma la data di nascita era diversa: il Gavino innocente era nato nel 1968, mentre l’altro era del 1971. «L'incubo è iniziato una mattina del novembre 2013 – spiega l’operaio, che da allora ha sofferto di un forte esaurimento nervoso e che si è rovinato economicamente per pagare le spese legali –. I poliziotti sono arrivati all’alba nella fabbrica dove lavoro e mi hanno portato via. Io non capito che cosa avevo fatto e quando mi hanno parlato di materiale pedopornografico in Internet io non sapevo nemmeno che cosa fosse. Ma era inutile proclamarmi innocente, nessuno mi ascoltava».

Mentre Cherchi viene portato in Questura per notificare gli atti, in casa sua viene eseguita una perquisizione. Gli investigatori piazzano anche delle microspie. Cherchi è costretto a prendere un avvocato per affrontare la vicenda giudiziaria. In breve il legale si accorge dell’errore e nel giro di sei mesi tutti viene naturalmente archiviato. «Ma poi mi è arrivata la parcella del legale, di quasi 8mila euro – racconta Cherchi –. Sono soldi che non avevo. La mia situazione economica è difficile perché mia moglie è malata da tempo, e gran parte dei soldi che prendo servono per le cure mediche. Prima di questa malattia avevo dovuto curare mio padre. Così ho detto all’avvocato che dovevamo fare causa allo Stato per chiedere i danni». Invece... «Invece - continua l’uomo - mi sono visto bloccare il conto in banca e lo stipendio è stato pignorato per un quinto. Io sono rovinato, la mia unica colpa è stata quella di avere lo stesso nome di uno accusato di aver commesso quei reati». Ora Cherchi cerca una soluzione: «Non ho idea di come uscire da questo dramma. Mia moglie è gravemente malata e io non ho più soldi. Chi ha sbagliato, ovvero lo Stato, dovrebbe assumersi la responsabilità degli errori fatti contro un innocente che è stato rovinato».