Ercole, dal canile a star della tv: adottato da Striscia la notizia

La nuova mascotte del Tg satirico in onda su Canale 5 si chiama Ercole, è un esemplare di meticcio di cinque o sei mesi non di più e arriva dalla struttura intercomunale di via della Ca’ Rossa di Brugarolo, gestita dagli operatori della Lega nazionale per la difesa del cane DDS

Ecco Ercole, la mascotte di Striscia

Ecco Ercole, la mascotte di Striscia

Merate (Lecco), 12 novembre 2014 - Dalle gabbie del rifugio per randagi di Merate agli studi televisioni di Striscia la notizia. La nuova mascotte del Tg satirico in onda su Canale 5 si chiama Ercole, è un esemplare di meticcio di cinque o sei mesi non di più e arriva dalla struttura intercomunale di via della Ca’ Rossa di Brugarolo, gestita dagli operatori della Lega nazionale per la difesa del cane. A scovarlo è stato «il fratello degli animali» Edoardo Stoppa che l’altra sera lo ha affidato a Michel Hunziker e Ezio Greggio.

Il cucciolotto è stato trovato abbandonato alcune settimane fa in mezzo ai campi della Brianza, infreddolito e denutrito. Con lui c’erano anche altri due fratellini in cerca ancora di una nuova casa. È stato un passante a rinvenirli durante una passeggiata all’aria aperta con il proprio amico a quattro zampe, anzi è stato proprio quest’ultimo ad accorgersi e trascinare da loro il padrone. Se non li avesse scorti e non avesse sentito i guaiti delle bestiole tra l’erba alta alta probabilmente non avrebbero resistiti a lungo. «Si chiama Ercole, perché è una forza della natura» lo ha presentato il conduttore a tutti i telespettatori. Lui dal canto suo ha subito dimostrato di sentirsi a suo agio di fronte alle telecamere, è stato scelto tra tutti gli altri trovatelli anche per questo motivo.

«Lui è stato fortunato, non per tutti purtroppo è così – spiega Maria Grazia Beretta, la responsabile del canile municipale meratese –. Attualmente ospitiamo una cinquantina di esemplari, la maggior parte sono stati abbandonati di proposito, lo si capisce dall’atteggiamento spaventato e remissivo, solo in pochi sono scappati e si sono persi, senza che nessuno li abbia reclamati e senza che si possa risalire ai possessori perché non hanno né il microchip né un tatuaggio identificativo». Mediamente ogni anno nel rifugio brianzolo vengo accolti un centinaio di randagi, altrettanti però vengono adottati, in un ciclo che resta ancora piuttosto virtuoso.

«Rispetto ad altre realtà non possiamo lamentarci, gli amministratori locali sono molto attenti e sensibili, molti cani, anche adulti o anziani trovano una nuova famiglia e possiamo contare su moltissimi volontari che ogni giorno, festivi compresi, ci aiutano per pulire gli stalli, dare da mangiare, accompagnarli nelle sgambettate».