Francesca Vecchioni: "Pure questo è amore"

La Vecchioni parla a ruota libera della sua vita, la famiglia, i sentimenti di MONICA AUTUNNO

Francesca Vecchioni

Francesca Vecchioni

Milano, 9 marzo 2016  - «Sulla “Gestazione per altri” una campagna strumentale e orrenda all’insegna dell’accanimento omofobo», stilettate con il sorriso, spezzoni di vita e l’energia ogni giorno profusa nelle battaglie per i diritti, Francesca Vecchioni a tu per tu con i suoi lettori. Ma la presentazione di «Ti innamorerai senza pensare» (ed. Monadori Electa) ultima fatica letteraria della primogenita di Roberto Vecchioni, omosessuale e madre felice di due gemelle avute con l’inseminazione artificiale durante l’unione (oggi finita) con la compagna Alessandra, è stata nuova occasione per affrontare i temi caldi del momento: la nuova legge sulle unioni civili, il traguardo mancato della stepchild adoption, la feroce campagna sull’«utero in affitto» o meglio della Gpa. Per Francesca, che pagina dopo pagina racconta e si racconta, un impegno quotidiano, una vita nella vita «sebbene - così nella lunga intervista - chiacchierata con la scrittrice Loredana Limone - trovi tanto riduttivo questo riportare continuamente all’orientamento sessuale. Io sono Francesca, sono la figlia di Roberto Vecchioni, sono lesbica, sono madre. Pochi dati che non mi determinano in toto: sono molto altro, in questo libro ho cercato di raccontarlo». L’amore, la scoperta dell’omosessualità, il coming out già più volte raccontato con papà Roberto: «Siccome mentivo alla mia famiglia avevo finito per allontanarmi da loro. Molti giovani gay non dichiarati lo fanno. Un giorno papà mi “affrontò” nella mia camera, mi chiese che problemi avevo. “Stai con uno sposato, un tossico, un carcerato?” “Papà, sto con una donna”. “Ma vai a...., mi avevi fatto preoccupare”».

Il lungo legame con Alessandra, la nascita delle figlie: «Quando iniziammo a comparire sui giornali, trovammo davanti casa le nostre foto con dei coltelli infilzati e una scritta nazista: “Bene, gli zoppi sono registrati”. Poi la separazione. Siamo come una normale coppia separata con figli. Solo che mamma Alessandra non ha alcun titolo o dovere rispetto alle nostre figlie. Che risultano figlie di una ragazza madre, io». L’utero in affitto e la gestazione per altri, terreno dei durissimi attacchi dei giorni scorsi. «Terrificante accanimento con toni inquietanti e manipolatori. Accanimento soprattutto sulla coppia omogenitoriale composta da due maschi. Notate quali contorni insinuanti e torbidi usa l’omofobia, utilizzando una comunicazione fuorviante, che richiama la pedofilia. Due uomini possono essere due meravigliosi genitori. Non lo dico io. Qualsiasi studio conferma ormai che la capacità genitoriale prescinde dall’orientamento sessuale». L’impegno di Francesca sul fronte della comunicazione, attraverso l’associazione Diversity: «La comunicazione ha un ruolo di primo piano. Può aiutare a far passare un messaggio che si vuole complicare, ma che è molto semplice. L’omosessualità esiste. In tanti sono destinati a scoprire un figlio o una figlia gay. Ma la loro vita, per non è necessariamente una tragedia. Per me non lo è stata».