"A Milano il sole c’è": parola di EasyOne

Tutto il sapore del sud. Suoni mediterranei, caraibici e urbani si mescolano a temi intrisi di impegno e consapevolezza. È “Stessa Pelle”, il nuovo album di EasyOne in cui rap e reggae si fondono in sonorità del tutto inedite di FRANCESCA NERA

EasyOne: da Reggio Calabria a Milano

Milano, 27 giugno 2016 - Tutto il sapore del sud. Suoni mediterranei, caraibici e urbani si mescolano a temi intrisi di impegno e consapevolezza. È “Stessa Pelle”, il nuovo album di EasyOne in cui rap e reggae si fondono in sonorità del tutto inedite. Ad impreziosire il progetto dell’artista reggino di stanza a Milano, collaborazioni del calibro di Clementino, Ensi, Mistaman, DjShocca, BloB e il compianto Primo Brown dei Cor Veleno.

“Stessa Pelle”. Come mai questo titolo?

«Ho concepito il disco con l’idea di esprimere tutto me stesso, con la voglia di misurarmi con diversi stili di rap, reggae e varie sonorità, e poi raccontare me e ciò che vedo. Un mondo musicale variegato, suoni da tutto il mondo, da sud a nord, e non ho potuto non amarne le differenze. Ecco, le ho amate a pelle, la stessa che troppe volte divide gli uomini per ignoranza».

Ha scelto di affrontare temi importanti e di denuncia. Non dev’essere stato facile...

«Trovo molto più difficile non affrontare certe tematiche o non esprimere la mia opinione osservando la società. Se da uomo e da padre non riesco a chiudere gli occhi e a far finta che ciò che accade intorno a me non mi tocchi, da artista il mio approccio non cambia, non posso non essere me stesso. La musica che ti rende più felice è sempre quella che evoca tristezza e malinconia: questo disco mi fa vibrare l’anima».

E sull’emigrazione cosa pensa? Il tema è protagonista nel disco...

«Se rileggo la storia, l’uomo è da sempre emigrato per trovare un posto migliore in cui vivere e trovo assurdo, oggi, restare esterrefatti dalle ondate di uomini che sbarcano sulle nostre coste. Bisognerebbe, piuttosto, inorridire di fronte alle motivazioni che spingono le persone a fare scelte così disperate. Ho affrontato questo tema ne “Il mare non ha strade” mentre in “Treno del sud” racconto i viaggi dal sud Italia al nord, smontando gli stereotipi che vedono noi meridionali disperati, con la valigia di cartone, sempre lì a cercare fortuna ed evidenziando invece le qualità di chi, con il sorriso, sale a bordo di un vagone e scrive la sua storia».

In “Treno del sud” c’è anche Clementino. Com’è nata la vostra collaborazione?

«Ci siamo conosciuti a una gara di freestyle. Dopo essermi esibito, lui si avvicinò dicendomi “Guagliù, dobbiamo fare un brano insieme, tu spacchi”. La stima per Clementino c’è da sempre, penso che quest’anno a Sanremo abbia dimostrato che il “rap” non è solo “rap’ ma musica per tutte le età e che sa colpire al cuore».

Da Reggio Calabria a Milano. Come mai?

«Ho scelto Milano perché mi piaceva molto e anche per le opportunità lavorative. Anche se la storia insegna che lasciare un posto che conosci bene e in cui sei cresciuto per un posto nuovo non è sempre la mossa giusta da fare: a volte cerchiamo l’America altrove ma non ci accorgiamo che sta a due passi da noi. A me è andata bene».

Pregi e difetti di Milano?

«Milano è stimolante e dà tante opportunità ai giovani. Prima di trasferirmi mi è stato detto “attento perché a Milano il sole lo vedrai solo ad agosto”… sfato anche questo pregiudizio: spesso e volentieri si vede il sole e c’è un sacco di verde. Milano è malinconica come le poesie di Alda Merini ma non è triste come molti la dipingono».

E a Milano farà tappa in concerto stasera

«Stasera inizio ufficialmente il tour al centro sociale Lambretta, affiancato da tanti ospiti presenti nel disco».