L'eroina insidia i teenager, si baratta con sesso e alcol

A lanciare l’allarme è Marco Cadeddu, comandante della Mobile lecchese, che, al termine di una lunga e complessa indagine, ha arrestato quattordici spacciatori divisi in due batterie che rifornivano di droga i paesi delle province di Milano, Monza, Varese e Lecco, sfruttando in particolar modo la cosiddetta linea ferroviaria besanina di Daniele De Salvo

Eroina

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Milano, 5 ottobre 2015 - Sballo a prezzi stracciat, da pagare anche in natura o in cambio di bottiglie di liquori e oggetti rubati come moneta di baratto pur di accalappiarsi clienti giovanissimi,  da cercare direttamente nei luoghi che frequentano, ad esempio il treno, le piazze, i parchetti pubblici. E' la nuova strategia dei mercanti di morte che puntano tutto su ragazzini e adolescenti.

A lanciare l’allarme è Marco Cadeddu, comandante della Mobile lecchese, che settimana scorsa, al termine di una lunga e complessa indagine, insieme ai suoi collaboratori ha arrestato quattordici spacciatori divisi in due batterie che rifornivano di droga i paesi delle province di Milano, Monza, Varese e Lecco, sfruttando in particolar modo la cosiddetta linea ferroviaria besanina. «Vendevano soprattutto eroina, ad appena 5 euro a fumata o 15 a dose, cifre assolutamente concorrenziali, quasi fuori mercato, in modo da invogliare e fidelizzare gli studenti al consumo dello stupefacente – spiega  Cadeddu –. Pur di non perdere potenziali clienti accettavano pagamenti anche mediante prestazioni sessuali, oppure tramite refurtiva. Biciclette, superalcolici, piccoli monili in oro, telefonini... andava tutto bene pur di non perderli. Gli analisti e gli esperti del settore del narcotraffico ci avevano avvisato che sarebbe successo, in qualche modo ci aspettavamo di dover affrontare simili stategie». 

Per non spaventare i giovanissimi con aghi e siringhe,  gli spacciatori individuati inoltre insegnavano ai teenager a non iniettarsi la polvere bianca ma a sniffarla o inalarla. «E'  ovvio che si comincia così per poi passare alle punture. Chi ha sperimentato i disastri provocati dall’eroina negli anni ’70 e '80 lo sa. Il nostro timore è che il fenomeno riesploda come in passato, sempre che non sia già deflagrato, con tutto quanto ne consegue a livello di microcriminalità e di disagio sociale»<WC>, insiste il comandante della Mobile. I segnali purtroppo sembrano suffragare le preoccupazioni: molte delle persone coinvolte a vario titolo nell’indagine hanno manifestato situazioni familiari difficili. Compresi i compratori, molti dei quali, anzi delle quali, sono minorenni. Per ogni pusher ammanettato, grossista o cavallino al dettaglio non c’è differenza, altri sono pronti a subentrare. «Non possiamo abbassare la guardia – conclude Cadeddu –. L’ultima operazione che abbiamo condotto rappresenta certamente un ottimo risultato, ma si tratta di una guerra senza fine».

di Daniele De Salvo