Scala, Butterfly prima versione: il Kabuki per Cio-Cio-San

Il 7 dicembre la partitura di Puccini del 1904

Maria Josè Siri è “Madama Butterfly” la sera della Prima

Maria Josè Siri è “Madama Butterfly” la sera della Prima

Milano, 27 novembre 2016 - Una "Butterfly" Kabuki e No, ispirata ai due generi teatrali giapponese fatti di gesti e pose, con gli shoji, i pannelli scorrevoli delle case nipponiche ad aprirsi e chiudersi sulle emozioni della protagonista, la geisha 15enne comprata e sposata dal luogotenente americano F.B. Pinkerton al quale, tre anni dopo, lascerà il figlio prima di togliersi la vita. Un Pinkerton vigliacco, visto che a richiedere il figlio sarà la sua nuova moglie, americana, Kate, mai così protagonista come nella versione che dal 7 dicembre potremo riscoprire alla Scala per l’inaugurazione della nuova stagione del Teatro.

Sarà infatti questa la prima versione, andata in scena – e fischiata – proprio al Piermarini nel 1904. Un fiasco che portò Puccini a rivedere l’opera verso il successo imperituro, dalla ripresa tre mesi dopo a Brescia in poi. La prima assoluta ritorna così sul «luogo del delitto». Seguendo la ricostruzione firmata Julian Smith per casa Ricordi, due atti invece che tre. Più dettagli nelle parti corali. E il protagonismo di Kate Pinkerton. Il bel vil luogotenente, privato dell’aria «Addio fiorito asil» che nelle versioni successive al 1904 gli avrebbe concesso almeno un barlume di umanità, manderà lei avanti a chiedere in affido il «piccolo iddio».

Per un confronto tra due madri, una reale e una mancata ma pronta all’adozione, di stretta attualità. Sul podio dell’Orchestra scaligera, Riccardo Chailly, che dopo «Turandot» e «Fanciulla» continua il suo percorso di riscoperta delle versioni originali delle opere pucciniane. Percorso destinato a continuare con «Manon Lescaut» e «Le Villi». Una curiosità: nelle ultime recite di «Madama Butterfly», Chailly non sarà più direttore principale ma direttore musicale della Scala, incarico che, come si sa, assumerà dal 1° gennaio prossimo venturo. Nei due ruoli principali, il soprano uruguaiano Maria José Siri (Cio-Cio-San) e il tenore americano Bryan Hymel (Pinkerton). Sharpless sarà il baritono spagnolo Carlos Álvarez, Suzuki, il mezzosoprano bresciano Annalisa Stroppa. Tra gli esordienti sul palco del Piermarini, il mezzosoprano torinese Nicole Brandolino, nelle vesti di Kate Pinkerton, e cinque bambini che si alterneranno nel ruolo di Dolore, il figlio della povera geisha.

La regia è di Alvis Hermanis, al suo terzo lavoro scaligero dopo «Die Soldaten» di Zimmermann e «I due Foscari» di Verdi. Scene divise tra una iconografia ispirata ai grandi pittori giapponesi tra ‘700 e ‘800 (Hokusai, Utamaro) e modernità. Il cuore dell’opera? Il coro a bocca chiusa, rifugio per Cio-Cio-San poco prima dell’avvistamento del «fil di fumo». Alla prima di Sant’Ambrogio sono attesi l’attore Roger Moore, il re Juan Carlosi Borbone e il Presidente della Repubblica Mattarella. Lo spettacolo sarà in onda su Rai Uno, all’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele e nelle carceri di San Vittore e Opera.