Prima della Scala 2016: zona rossa e misure antiterrorismo. Piazza blindata

Per il red-carpet del 7 dicembre verrà replicato il dispositivo di sicurezza con tiratori scelti, transenne e unità cinofile. L'anno scorso l’Fbi inserì proprio il Piermarini tra i possibili obiettivi di attentati di matrice jihadista

Schieramento di forze dell'ordine davanti alla Scala per la Prima 2015

Schieramento di forze dell'ordine davanti alla Scala per la Prima 2015

Milano, 6 dicembre 2016 - Il livello di allerta non si è mai abbassato. E di conseguenza il dispositivo di sicurezza per la Prima del Piermarini di domani sarà più o meno la replica di quello messo in atto per il Sant’Ambrogio dell’anno scorso. A differenza del 2015, i metal detector all’ingresso del foyer non sono più una novità, ma sono piuttosto diventati una consuetudine per i melomani che frequentano abitualmente il tempio della lirica. Piazza Scala diventerà zona rossa per un giorno, con il classico sbarramento di transenne e controlli tra via Case Rotte, via Manzoni angolo via Verdi, via Filodrammatici e via Santa Margherita; impiegate diverse centinaia di uomini tra agenti e militari per garantire la sicurezza attorno all’evento.

Tiratori scelti a sorvegliare l’intera area e unità cinofile per la bonifica del teatro prima che si accendano i riflettori sulla Madama Butterfly. Confermate tutte le misure anti-terrorismo, già rafforzate dodici mesi fa a seguito della segnalazione dell’Fbi che inserì proprio il Piermarini tra i possibili obiettivi di attentati di matrice jihadista: dislocate sul territorio, pronte a ogni evenienza, le unità specializzate di polizia (Uopi) e carabinieri (Api), reparti d’élite in grado di entrare in azione in pochi minuti e creati apposta dopo gli assalti integralisti a Parigi del novembre 2015 per rispondere in tempi rapidissimi alle emergenze. Uno schieramento di forze massiccio nella serata più importante dell’anno.

In piazza non mancherà la tradizionale protesta, che però sembra preoccupare meno rispetto al 2015, quando l’onda lunga dell’Esposizione universale (terminata appena un mese prima) era ancora in grado di coagulare dissenso. Sui volantini preparati da Usb Lombardia e centro sociale Cantiere campeggia l’evergreen «No alla sfilata della Casta»: i manifestini rimandano le immagini caricaturali del sindaco Giuseppe Sala e del presidente del Consiglio (dimissionario) Matteo Renzi, con il leader della Lega Matteo Salvini che fa capolino sullo sfondo. «I nostri diritti contro i loro profitti», il sottotitolo del presidio davanti a Palazzo Marino, dalla parte opposta della piazza rispetto al Piermarini. E pure gli argomenti squadernati dai contestatori ricalcano quelli del passato recente e lontano, visto che la Prima viene descritta come «l’occasione per politici, imprenditori e vertici della finanza locale di celebrare il loto potere di fronte alle telecamere di tutto il mondo e alla città di Milano». nicola.palma@ilgiorno.net